Il 14 giugno abbiamo ospitato all’Ex Asilo Filangieri la presentazione del libro “Cronaca di un’attesa” di Barbara Balzerani e ne abbiamo discusso con l’autrice. Il giorno dopo Repubblica non perde occasione di costruire attorno alla notizia una polemica chiaramente strumentale.

A noi piace fare cultura, senza censori né ipocrisie. L’Asilo in quattro mesi è stato attraversato da molti esponenti della cultura, filosofi, costituzionalisti, magistrati. Con Paolo Maddalena, ex giudice della corte costituzionale e Salvatore Settis abbiamo parlato di democrazia e beni pubblici. Con Ugo Mattei di partecipazione e beni comuni. Con le associazioni che lavorano sul territorio abbiamo parlato di prostituzione e di immigrazione.

In alcuni casi, come per la presentazione del libro Il Casalese, all’Asilo si è data voce a esperienze importanti per la cui presentazione sono stati negati spazi istituzionali (e in quel caso all’Asilo sono intervenuti magistrati anti-camorra). Abbiamo parlato anche degli anni ’70, ragionando, come si addice all’Asilo, su esperienze culturali, presentando il libro L’Aspra Stagione sul giornalista di Repubblica Carlo Rivolta (osservatore partecipante dei movimenti ma anche feroce critico delle BR tanto da venirne minacciato).

Stranamente, per nessuno di questi eventi, c’è stato interesse da parte dei giornali cittadini. Invece quand’è che si concentra l’attenzione e si scrive e e si fa polemica? Quando ospitiamo la presentazione del libro di Barbara Balzerani.

All’Asilo crediamo che non si possa stabilire chi ha diritto di parola e chi no, e che la censura sia il peggior modo per affrontare e capire un pezzo di storia italiana.

La libertà illimitata di espressione non è un dato di fatto ma una continua conquista, che l’obbligo dell’obbedienza non ha molto favorito fino a oggi. Non esiste un uso buono o cattivo della libertà d’espressione, esiste soltanto un uso insufficiente di essa.
Raoul Vaneigem

Parole di compagni dell’Asilo

“Io vedo cattedre ovunque attorno a me…le vedo all’università, dove affaristi, baroni, politicanti prezzolati mangiano stipendi e devastano la formazione; le vedo in tante famiglie, in tante scuole, le vedo nelle redazioni dei giornali pieni di giornalisti che servono la retorica del comando a scapito di lotte giuste e di questioni vitali, le vedo nelle aule dei tribunali che in questo paese hanno segnato la cortina tra il bene e male in modo da lasciare ai margini della storia che credono di scrivere nei loro freddi atti, tanti e tante che hanno sacrificato la  vita affinché si potesse vivere dignitosamente e bene in questo paese…gli unici posti dove non ho mai visto delle cattedre sono gli spazi occupati e riappropriati. Lì, cara Repubblica, si pensa solo a sviluppare relazioni potenti, a fare comune e a scrivere una storia collettiva che parta dall’esperienza di tutt*. Con l’Asilo e con chiunque prova ascrivere un’altra storia!”

“Con tutto l’infinito rispetto che abbiamo per la sofferenza personale di Graziella Ammaturo, cosi come per tutti coloro che direttamente o indirettamente sono rimasti vittime di quegli anni, è veramente inaccettabile che ancora oggi si sollevino polemiche assolutamente strumentali. A maggior ragione nel nostro paese dove esistono dei vinti che hanno pagato sulla propria pelle (con le torture, le leggi speciali, ecc.) le proprie sconfitte e con la legge ordinaria quelle che sono emerse come le proprie responsabilità. Mentre questo è il paese dei misteri irrisolti, delle stragi di stato, degli omicidi fascisti rimasti impuniti, delle torture, della Diaz e della Raniero e dei quotidiani abusi di potere, per cui nessuno è mai stato dichiarato responsabile, e molti continuano ad esercitare negli stessi luoghi di potere, o casomai in qualcuno più alto.”

 Erri De Luca e Barbara Balzerani

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Barbara Balzerani all’Ex Asilo Filangieri – presentazione di Cronaca di un’attesa