Jam session di
Contact Improvisation

mercoledì 11 maggio 2016 
ore 20 – 22 | l’asilo

Dopo un primo esperimento dello scorso 16 marzo, abbiamo deciso di farlo di nuovo!

La Contact Improvisation è stata fondata da un gruppo di danzatori newyorchesi capeggiati da Steve Paxton e Nancy Stark Smith nei primi anni 70. Questa tecnica nasce come ricerca di nuove possibilità di movimento tramite il contatto fisico e sensoriale. Nella contact i punti di contatto fisico, tra almeno due danzatori, diventano il punto di partenza di una esplorazione fatta di movimenti improvvisati.
Questa danza si fonda quindi sulla fiducia reciproca, sul contatto globale (auditivo, cinetico, percettivo/energetico) e sulla fluidità, ponendo le sue basi sullo studio dell’interazione tra alcune leggi fisiche (gravità, peso, inerzia) e l’essere umano.

La contact aumenta la capacità di ascolto e di relazione, affina la percezione sensoriale. Il movimento infatti nasce sul momento, tramite una naturale intesa tra i danzatori che si basa su uno stato quasi meditativo e di ascolto profondo sia del proprio corpo che dei movimenti dell’altro utilizzando il pavimento come partner stabile nella relazione. La contact impro può essere praticata sia nella sua forma di “social dance” tramite la partecipazione alle JAM, che nella sua forma performativa o di ricerca e preparazione ad una performance.
Danny Lepkoff, uno dei principali collaboratori di Steve Paxton la descrive così:
“Due persone si muovono insieme, in contatto, mantenendo uno spontaneo dialogo fisico attraverso segnali cinestetici di scambio di peso e comuni o contrapposti momentum. Il corpo, in ordine alle aperture di sensazioni, peso ed equilibrio, deve imparare a lasciare gli eccessi muscolari e abbandonare un po’ di volontà a fare di un naturale flusso di movimento. Vengono esplorate abilità come rotolare, cadere, stare sottosopra guidando il corpo verso la consapevolezza delle sue possibilità.”

La contact improvisation è per tutti.

La jam è un momento di condivisione, di ricerca e di espressione in cui si è totalmente liberi di sperimentare la relazione in contact con l’altro. Non vi è un insegnante. Si parte da un cerchio iniziale di presentazione e da un riscaldamento; lo sviluppo della jam è dato dal contributo di ognuno a volersi mettere in gioco nella relazione con gli altri presenti.

Ai partecipanti è richiesta una quota di complicità libera che serve a coprire le spese artistiche, a sostenere il progetto e a dotare lo spazio dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti l’autogoverno dell’Asilo.
Il contributo non è vincolante ai fini della partecipazione.

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