giovedì 7 novembre, ore 21 | l’asilo

Il Settimo Continente

apertura della residenza di La Ribalta Teatro

“Il Settimo continente” è un’indagine sul rapporto tra l’uomo e la plastica, che parte dal legame che ha unito questo materiale allo sviluppo della società contemporanea e alle abitudini quotidiane della collettività e degli individui.
Durante la ricerca sul tema durata più di un anno, abbiamo fotografato un’umanità sensibile, scossa, preoccupata, ma del tutto inetta, incapace di intraprendere una strada concreta. Come biasimarci…tutto d’un tratto siamo costretti a far scomparire quell’ammasso gigantesco di roba, che papà e mamma si sono dimenticati in “giardino” e che adesso a poco a poco ci impedisce di uscir di casa. Ecco come nasce l’umanità che tratteggiamo nello spettacolo, è come un pagliaccio che esce da casa e si trova di fronte una montagna d’immondizia, non sa come, non ricorda il perché, ma sa che tutto deve sparire. Tra goffi tentativi, belle speranze e improbabili soluzioni, si consuma la disperata impresa di compiere “la magia”, quella di far scomparire tutto quanto.

Le radici del lavoro
“L’oceano è grande perché non respinge nessun fiume” detto cinese.
Tutto quello che abbiamo dimenticato, che più non abbiamo amato, insomma che ci è servito e poi non più, ha sempre percorso i fiumi fin dall’antichità. Chissà se gli antichi cinesi nel pronunciare il loro detto avrebbero potuto immaginare che il grande oceano, la mitica culla che ha dato vita a tutto, e che si è sempre inghiottita tutto, avrebbe incominciato un giorno a sputare fuori, dopo averle masticate, le chincaglierie che tutti gli abitanti di tutto il mondo da sempre hanno dimenticato.
L’oceano ha il mal di pancia! Se ne è accorto da trent’anni Charles Moore, marinaio, esploratore, ambientalista, scrittore che da Cristoforo Colombo dei giorni nostri denuncia, (non con troppo successo) la scoperta, o meglio l’emersione, o più correttamente “l’agglomerazione” coatta della più grande opera artificiale mai costruita, la più grande improvvisazione ingegneristica mai concepita, e si sa dalle improvvisazione nascono grandi cose. Al momento, è grande tre volte la Francia ed è chiaramente visibile dallo spazio (altro che grande muraglia). E’ il Pacific Trash Vortex, per alcuni la grande zuppa di plastica, per i più fantasiosi l’isola di plastica.

Il settimo continente
Di e con Alberto Ierardi, Giorgio Vierda e Luca Oldani
Con il sostegno del Teatrino dei Fondi
Luci Alice Mollica
Costumi Chiara Fontanella
Grafica Francesco Distefano
Ph Matilde Meliani

 

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A L’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata a L’Asilo.