LA VOCE INATTESA #3
laboratori di tecnica e pratica vocale
tra ricerca personale e gioco collettivo

LA VOCE PRIMA
STUDIO SULLE POSSIBILITÀ ESPRESSIVE DELLA VOCE
LABORATORIO CON CIRO CARLO FICO
DA MARTEDÌ 7 APRILE A SABATO 11 APRILE (venerdì pausa)
H 15 – 19 L’ASILO

In ragione del grande interesse sollecitato a marzo, Circo Carlo Fico terrà all’Asilo un altro laboratorio, terzo appuntamento del percorso di formazione dedicato alle potenzialità vocali. Date le numerose richieste arrivate per il primo laboratorio, si tenderà a dare priorità a quanti non sono riusciti a partecipare alla prima sessione.

 

LA VOCE PRIMA con Ciro Carlo Fico è un laboratorio nel corso del quale i partecipanti proveranno a rimpossessarsi di una voce “dimenticata”, primordiale, partendo da un ascolto attivo che rivelerà l’esistenza dell’“altro”. Un percorso sospeso tra tecnica e improvvisazione, per comprendere che la voce non è una e può rivelare – attraverso modalità nuove – parti profonde del nostro essere e del nostro sentire.

STRUTTURA DEL LABORATORIO

> CENNI SUGLI STRUMENTI TECNICI DI BASE (RESPIRAZIONE, POSTURE, EMISSIONI E LORO IMPORTANZA)
> CENNI SULL’ANATOMIA DELLA BOCCA
> LARINGE, FARINGE, ARITENOIDI E DIAFRAMMA (LA LORO IMPORTANZA)
> ALLENAMENTO DELLE CORDE VOCALI (attraverso utilizzo consonanti fricative, occlusive ecc…)
> ASCOLTO E SENSIBILITÀ
> EMOTIVITA’ DELLA VOCE
> ESERCIZI DI FONAZIONE (sbadiglio, vocalizzi, allenamento muscoli facciali ecc…)
> CENNI DI CANTO DIFONICO A UNA CAVITÀ
> CENNI DI CANTO DIFONICO A DUE CAVITÀ
> SGRANE VOCALI, RUMORE DELLA VOCE
> UTILIZZO DELLA FACCIA/TESTA COME STRUMENTO MUSICALE

COME PARTECIPARE

Per partecipare inviare un’email indicando nome, cognome, recapiti telefonici e email e una breve biografia a lavoce@exasilofilangieri.it entro e non oltre il 1° aprile 2015.

Ai partecipanti è richiesta una quota di complicità di 50 euro che serve a coprire le spese artistiche, a sostenere il progetto e a dotare lo spazio dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti l’autogoverno dell’Asilo. Il contributo non è vincolante ai fini della partecipazione.

Per il laboratorio si suggeriscono: abiti comodi; una bottiglia di acqua naturale; una ciotola larga (tipo quella da latte); un pacco di garze idrofili (facilmente reperibili in farmacia al costo di pochi centesimi); se possibile un materassino da allenamento, da palestra per intenderci, quello sottile e arrotolabile (da portare solo se lo si possiede già!).

Brevi considerazioni sull’importanza dell’esplorazione vocale
di Ciro Carlo Fico

L’ipertrofia della vocalità occidentale – intesa come uso insistito, limitato e limitante delle nostre potenzialità foniche – ci ha reso insensibili ai diversi aspetti della vocalità stessa. Da qui l’esigenza di scardinare e scuotere il processo di “mummificazione” e di “istituzionalizzazione” perpetuato dalla società moderna per riscoprire il sapore pieno del suono primordiale.
Partendo da questi assunti, tenderemo al recupero di una voce viva, pulsante, calda, attiva, capace di imporsi non solo come semplice strumento di comunicazione, ma come espressione del nostro essere e del nostro sentire in continuo divenire. Cercheremo di combattere i limiti di una voce appiattita, rettilinea, propria di un soggetto frammentato che ha perso la sua identità, per recuperare ciò che la musicologa Gigliola Nocera ha definito il “dimenticato”.
A farci da stella polare l’esperienza irripetibile di Demetrio Stratos, simbolo della liberazione della voce e del corpo. L’esperienza di chi ha fatto del “nomadismo” la sua ragion d’essere, celebrando l’esplorazione di territori (tanto fisici geografici quanto musicali e antropologici) che gli hanno consentito di ritornare al punto di origine, al “pre”. Attraverso un’anarchia vocale che può generare smarrimento o anche inquietudine in chi l’ascolta.
L’obiettivo, avvincente e faticoso insieme, sarà quello di ritrovare una voce naturale, polifonica, a tratti schizofrenica, che produce materia che si sottrae alle leggi dell’asfittica catalogazione. Perché se è vero, come sosteneva Stratos, che “anche i brutti suoni hanno diritto all’ascolto”, allora è importante andare al di là dell’apparenza, della mera superficie, per giungere a un microcosmo inesplorato che conduce alla natura primordiale della voce.
Nel nostro percorso di riscoperta fonica, grande importanza verrà destinata anche all’ascolto che non deve essere passivo, ma creativo, rivelatore dell’altro. Tenendo ben fermo il concetto che la voce non si esaurisce nella trasmissione di suoni che portano con sé un significato (le parole così come le conosciamo), ma può consentire l’accesso a “luoghi del sentimento e a stati dello spirito che le parole non riescono a esprimere” (Meredith Monk).
A noi la facoltà di scegliere: proseguire lungo il sentiero già battuto o avventurarci in zone inesplorate? Limitarci alla produzione e all’ascolto di suoni “castrati”, convenzionali, o tendere alla vittoria dei limiti stratificatisi in anni di oblio delle nostre potenzialità? In definitiva: rinunciare oppure osare?

“Le corde vocali sono dei muscoli e, come tali, per ottenere un buon risultato, occorre allenarle”. Prendendo le mosse da quest’affermazione di Demetrio Stratos e da un lavoro incentrato sulla corretta postura del corpo e sull’utilizzo efficace del diaframma e di tutti gli elementi coinvolti nel processo di produzione del suono, il laboratorio – aperto a chiunque si ritenga sufficientemente curioso o interessato – intende fornire gli strumenti utili ad agevolare la scoperta della nostra vocalità, attraverso un percorso che dagli armonici naturali conduce all’esplorazione delle diverse possibilità espressive della voce. Un percorso di riscoperta fonica, che punterà al recupero della voce primordiale, in cui grande importanza verrà destinata anche all’ascolto inteso come momento attivo e rivelatore dell’altro (o dell’ignoto) che può generare smarrimento o inquietudine. Perché, come diceva Demetrio Stratos, “anche i brutti suoni hanno diritto all’ascolto” e devono, per questo, essere assorbiti e accettati traendo da essi lo stimolo per inoltrarsi in zone inesplorate, lontane dalla “mummificazione” in cui la società moderna ha costretto la nostra vocalità.

Ciro Carlo Fico è nato a Pomigliano d’Arco (Napoli) nel 1974 e vive a Roma. Si è diplomato presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Pietro Scharoff” e ha debuttato al teatro con “Ex Hamleto” diretto da Pippo Di Marca. Nel 2001 ha partecipato alla tournée internazionale de “I negri” di Antonio Latella e negli anni successivi ha lavorato (tra gli altri) con Andrès Morte Teres, il gruppo Motus e Duccio Camerini. Ha perfezionato la sua formazione con Renato Carpentieri e Danio Manfredini e con maestri di caratura internazionale come Anatoli Vassil’ev e Steven Berkoff che hanno rafforzato la sua cifra stilistica. Da diversi anni si dedica con passione a studi approfonditi sulle possibilità espressive della voce. Sulla scia dell’irraggiunto Demetrio Stratos, ha esplorato la dimensione fonico-vocale che è diventata una componente essenziale del suo essere attore. Col tempo ha imparato a conferire alla voce una valenza che va oltre l’effetto meramente sonoro e che lo ha aiutato a ottimizzare l’indagine sui vari personaggi interpretati. Verso la riproduzione di suoni ancestrali, distanti dai canoni rassicuranti della quotidianità, alla ricerca di una phoiné più profonda e a volte più “oscura”, ricca di suggestioni e di verità dimenticate.

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