Quando fu istituita la festa del teatro, già suscitò disappunto proponendo in quella giornata di aprire gratis al pubblico. La proposta riscosse una certa ilaritá da parte delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo già in una condizione di sofferenza ormai endemica. Una proposta che già allora svelava la poca conoscenza della compagine teatrale fatta non solo di colossi, ma anche e soprattutto di teatri di prossimità, di piccole compagnie indipendenti che già faticano a stare a galla. Sono passati anni e questa giornata suscita amarezza ed evidenzia l’incolmabile vuoto che c’è tra le istituzioni, la politica e quel mondo antico che è il teatro. Quest’anno oltre al danno anche la beffa.

I teatri sono chiusi da più di un anno. Molti non riapriranno. Una intera generazione rischia di essere spazzata via. Un anno costellato da false ripartenze. Da soldi spesi per adempiere a tutti i protocolli di sicurezza per aprire un solo giorno. Ed ecco che arriva la terza falsa ripartenza, quella che sarebbe dovuta avvenire sabato 27 Marzo 2021 in occasione della festa del teatro.
Ma poi, aprire con quali garanzie, con quali soldi? A quali condizioni? Non si tira mica su una serranda ed è fatta. Quante sono le associazioni culturali in Italia che si occupano di teatro? Che magari ne gestiscono uno? Che hanno una compagnia? Che fanno formazione? Quella formazione che diviene una possibilità, una alternativa alla strada per i minori a rischio.
Lei lo sa, Signor Ministro? Buona festa degli incontabili fiori che non sanno contare.