Never mind the words

7 episodi su Charlie Chaplin e Buster Keaton

di e con Fiora Blasi e Marie Duprat

sabato 3 novembre 2018 ore 21:00 – l’Asilo

◆ al termine dello spettacolo le artiste inviteranno il pubblico a una conversazione

C’erano una volta Charlie Chaplin e Buster Keaton… Due uomini bellissimi e piccolissimi, due super eroi, due clown.

Regia: Fiora Blasi
Assistente alla regia: Elisabetta Scarin
Video: Antonio Capocasale
Con l’approvazione della Roy Export, Paris.
Charlie Chaplin™ © Bubbles Inc. S.A.

Never mind the words è la frase che Paulette Goddard lancia a Charlot nel celebre film Tempi moderni, nel momento in cui lui deve cantare ma non ricorda le parole… Un’incitazione all’improvvisazione e all’invenzione, fondamenta del cinema comico muto.

Partendo dall’impossibilità di rappresentare Chaplin e Keaton, dal vuoto che hanno lasciato, un’attrice (Fiora Blasi) e una musicista (Marie Duprat), quasi due clown, si soffermano sulla straordinarietà dei due cineasti e attori, così come sulla loro umanità.  Lo spettacolo indaga il rapporto fra opera e vita, in una cifra tragicomica fatta di chiaroscuri, mettendo in gioco diversi registri espressivi e di parola: le rispettive lingue delle autrici (italiano e francese) e la musica eseguita dal vivo da Marie Duprat. La musica occupa uno spazio privilegiato nello spettacolo, nel cucire un filo drammaturgico volutamente non lineare. Il pubblico è portato a vagabondare tra immagini e suggestioni, in un confronto che è anche quello fra due epoche: la loro e la nostra. La narrazione si basa sulla combinazione di frammenti e di citazioni diverse: dal quasi leitmotiv rappresentato dal film di Chaplin Limelight (Le luci della ribalta) a una serie di personaggi, soprattutto femminili, che hanno fatto parte della vita dei due attori, personaggi in parte reali ma anche inventati.
Il ricordo dei due grandi clown si ricompone via via come in un gioco di specchi.

Never mind the words diventa una riflessione sulla comicità, sul mestiere dell’attore, sul rigore e il lasciarsi andare. Dalla paura della scena al momento di massima ispirazione, alla pura creatività…

Perché questo spettacolo?

Per un’ammirazione senz’altro nei confronti di questi due grandi artisti, perché ci sembra importante parlare del loro estro creativo, della loro originalità, in un’epoca in cui si tende all’omologazione persino nell’arte.
Perché sono entrambi fondatori del cinema come settima arte. Hanno aperto la strada ad altri, sia comici che non e sono stati i primi a far emergere una modernità del personaggio di finzione, che nasce da un certo rovesciamento di valori, che è un po’ quello del clown. Un clown più poetico e surreale (Buster Keaton) e uno più radicato nella società e in una storia (Charlot). Parlare di loro su una scena teatrale è al tempo stesso riunirli e differenziarli, confrontandoli…

In Never mind the words molti sono gli aspetti riconoscibili della biografia di Chaplin, mentre Keaton sembra sfuggire alla possibilità di essere raccontato e la sua presenza è evocata soprattutto attraverso le immagini, gli estratti film.

Note di regia:

I frammenti di Never mind the words diventano episodi introdotti da didascalie, in uno stile che richiama volutamente quello dei film muti. Accompagnano a volte gli episodi alcune videoproiezioni di estratti o montaggi di film dei due registi-attori. La maggior parte delle musiche sono suonate dal vivo al pianoforte da Marie Duprat, così come era nei film muti. Musica invece di rottura quella registrata del gruppo Hip-Hop contemporaneo The Roots, perché è dai contrasti che può forse nascere qualcosa di nuovo, di nostro.

Abbiamo mirato a un lavoro in cui la citazione non appesantisse il racconto, per facilitare l’immersione anche ai non esperti.

Le lingue:

Le due autrici inizialmente hanno improvvisato ciascuna nella propria lingua, quindi in francese e in italiano, in una scrittura che si componeva via via con la pratica scenica. Il testo successivamente è stata tradotto interamente in francese e poi in italiano, mantenendo solo alcune espressioni dell’altra lingua.
Nonostante il titolo le parole in Never mind the words hanno in realtà molta importanza. Un’attenzione accurata è data alla sonorità e alla ritmica del testo, sia nella versione francese che in quella italiana. La lingua stessa diventa movimento e rovesciamento di senso, incomprensione e volontà di comprendersi. Sintesi e climax di questo gioco linguistico, è l’ultimo episodio dello spettacolo: Fiora Blasi, attrice italiana, impersona una vecchia attrice anglofona, che però parla in francese, con ovviamente un forte accento inglese.

Fiora Blasi, attrice-autrice, e Marie Duprat, pianista compositrice, si sono incontrate negli anni 2000 a Roma. In seguito hanno partecipato alla creazione teatrale « Cabaret Hypocondriaque » di Luisa Merloni et Fiora Blasi, (2007-2008). E’ in questa occasione che la loro relazione si cimenta in uno scambio artistico molto profondo: Fiora Blasi scopre la musica nel suo potenziale drammaturgico et Marie Duprat la scrittura scenica, in particolare burlesca.
Già in questo primo lavoro emerge una cifra tragicomica e surreale che interessa entrambe. Decidono quindi di collaborare di nuovo nella creazione Never Mind the Words, 7 episodi su Charlie Chaplin e Buster Keaton, spettacolo in cui si concentrano con più consapevolezza sugli aspetti che per loro hanno maggiore importanza: l’improvvisazione, come primo getto di idee, la libertà d’invenzione nella scrittura, il principio dell’istantaneità del gioco, la necessità del riso come risorsa nella narrazione, lo stile tragicomico. Scelgono di lavorare nelle loro lingue d’origine, rispettivamente l’italiano e il francese, adattando poi in un secondo momento lo spettacolo alla lingua del pubblico ospitante e mantenendo questi slittamenti linguistici. Never mind the words, in cui le parole non hanno invece poca importanza, si avvale di diversi registri espressivi: musiche, registrate e dal vico, gestualità, video e didascalie, quest’ultime un diretto richiamo allo stile dei film muti.

Fiora Blasi : attrice-autrice
Nata a Roma nel 1975. Studia con gli attori di Peter Brook, Yoshi Oida e J. P. Denizon. Nel 2000 si diploma presso L’Ecole de Theatre Jacques Lecoq di Parigi. Con ex-allievi della scuola partecipa a festival in Svizzera e in Canada (2001-’05). Le sue prime esperienze sono con Il Triangolo Scaleno teatro. Negli anni si avvicina al teatro di marionette e al teatro-danza con Philippe Genty e Raffaella Giordano, altri approfondimenti di studio con Lucia Calamaro e Danio Manfredini. Continua il suo lavoro di attrice-autrice tra l’Italia e la Francia. Crea lo spettacolo Cabaret Hypocondriaque con Luisa Merloni e Marie Duprat (2006-2008). È attrice per la compagnia Du Zieu in Ismène (Théâtre la Friche, Marsiglia, 2007) e aiuto regista nel progetto Ville en scène (Théâtre de l’Odéon, Parigi 2011). È autrice-attrice con A. Cristiani di Un certo clown la caduta (Festival Equilibrio Auditorium, Roma 2009). È attrice negli spettacoli della compagnia Fattore k Tra la terra e il cielo e Città Visibili, di Giorgio Barberio Corsetti (in diversi teatri in Italia e all’estero, Roma 2008-’10). È attrice per OHT in Deliryus New-York (Rovereto, 2001-’16). Negli ultimi anni tiene laboratori sul clown a Roma. È autrice e attrice dello spettacolo Qualsiasi cosa mai. Insegna teatro nelle scuole primarie per l’Ass. Mus-E.
Marie Duprat : musicista-autrice
Nata nel 1973, comincia gli studi musicali al CNR di Strasburgo, continuando in seguito all’ENM di Gennevilliers. In seguito ad un periodo di collaborazione con Radio France in qualità di responsabile di produzione, Marie decide di dedicarsi maggiormente alla composizione con le Variazioni per pianoforte « Kervilahouen » per il progetto « Le Centre du Monde » d’Erwan Mahéo a Belle-Ile-en- Mer (DRAC Bretagne-2006). Seguono alcune collaborazioni teatrali come «Cabaret hypocondriaque » con Fiora Blasi e Luisa Merloni (2007/2008), « Vies ou les Courants de la Lande » con Martine Amanieu e la Compagnie de l’Âne Bleu (2009/2011) creazione musicale e teatrale basata sulle poesie di Arthur Rimbaud, compone poi le musiche per un film « Jean-PIerre Vernant, la Fabrique de soi » d’Emmanuel Laborie (La Huit Production-2011) e per « Partita » con la danzatrice e coreografa Laetitia Angot (2012/2013) spettacolo incentrato sulla seconda Partita per Piano di JS Bach. Ha creato in 2015 La Compagnie des Mots per sostenire i suoi projetti. Marie vive e lavora a Parigi.
Elisabetta Scarin : assistente alla regia
Nata a Milano nel 1985, dopo aver conseguito una laurea specialistica in Arti dello Spettacolo presso Università di Milano (2010), Elisabetta inizia a lavorare tra l’Italia e la Francia come assistente alla regia, interprete italiano/francese/inglese e assistente di produzione.
In qualità di assistente alla regia collabora agli spettacoli “Palomar” di Italo Calvino, regia di Raquel Silva (Cie Pensée Visible/Fattore K, 2016); “La Promenade” di R. Walser, adattamento e regia di Christophe Maltot con la compagnia teatrale francese Articule (2014); “Qualsiasi cosa mai” di e con Fiora Blasi, liberamente tratto da «L’elefante scomparso» di H. Murakami, Roma (2014); “Pinocchio/ПИНОККИО”, creazione italo-russa della compagnia Zaches Teatro di Firenze in collaborazione con il Kukol Teatr di Ekaterinburg, Russia (2013); “Famedaria “ testo e regia di Antonio Calone, Napoli (2012); “Le professionnel” di D. Kovačević, regia di Philippe Lanton, compagnia teatrale francese Le Cartel (2011); “La ronde du carré” di D. Dimitriadis, regia di Giorgio Barberio Corsetti al Théâtre National de l’Odéon di Parigi (2010).
Produzione
« Never mind the Words » e stato autoprodotto da Marie Duprat, in collaborazione con Fiora Blasi e con il sostegno della Compagnie des Mots.

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All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.