30726667_1606632529405803_3770530005084274688_nvenerdì 27 aprile | 18:00 sala cinema

proiezione + incontro
PINA BAUSCH A ROMA un film documentario di Graziano Graziani prodotto da Riccione TTV in collaborazione con l’Archivio Teatrale Andres Neumann/Il Funaro Centro Culturale di Pistoia. – Italia 2016, 58′

Ne discuteranno insieme Graziano Graziani, Maurizio Zanardi, Gabriella Riccio

nell’ambito del ciclo di incontri PERCHE’ LA DANZA? a L’asilo
a cura di Maurizio Zanardi e Gabriella Riccio
http://www.exasilofilangieri.it/perche-la-danza-incontri-su-danza-e-filosofia/

SINOSSI
Il film ripercorre l’esperienza di Pina Bausch nella città eterna a cui dedicò due spettacoli indimenticabili, Viktor (1986) e O Dido (1999). Attraverso un intreccio di preziose testimonianze – da Matteo Garrone a Mario Martone, da Vladimir Luxuria a Ninni Romeo, da Leonetta Bentivoglio a Andrés Neumann, da Maurizio Millenotti a Claudia Di Giacomo fino alla famiglia rom Firlović – riemerge così la Roma insospettabile di Pina Bausch, una città autentica e assolutamente anticonvenzionale: una Roma quotidiana, scandita da pranzi in trattoria, incursioni in sale da ballo popolari e passeggiate al mercato della frutta; una Roma underground, distesa nelle sue periferie multietniche, conosciuta grazie a ripetute visite in campi rom e a sopralluoghi notturni in locali transgender e circoli di cultura omosessuale.

CREDITI
Regia Graziano Graziani
Da un’idea di Simone Bruscia e Andrés Neumann
Produzione Riccione Teatro (presidente Daniele Gualdi)
in collaborazione con Archivio Teatrale Andrés Neumann/Il Funaro Centro Culturale (Pistoia)
Musiche originali Mammooth
Montaggio Paolo Barberi, Ilaria Scarpa
Correzione colore e immagini di supporto Claudio Martinez
Missaggio audio Fabio Sabatini
Operatori Fausto Capalbo, Max Chiartosini, Ilaria Scarpa
Ricerca iconografica Tiziana Tomasulo
Repertorio fotografico Archivio Enrica Scalfari, Archivio PAV, Archivio Teatrale Andrés Neumann/Il Funaro Centro Culturale (Pistoia), Centro studi Teatro di Roma
Repertorio video O Dido (1999), regia e coreografia di Pina Bausch, con il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch; Café Müller (1978), regia e coreografia di Pina Bausch, con il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch; Muccassas- sina, sigle di stagione (per gentile concessione del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli); E la nave va (1983), regia di Federico Fellini
Assistente alla produzione Antonella Bacchini
Assistente alla produzione per Andrés Neumann Giada Petrone
Sottotitoli e traduzione Sandra Gianesini, Valentina Rapetti, Viviana Sebastio
Nazionalità Italiana
Anno di produzione 2016
Durata 58 minuti

CON
Leonetta Bentivoglio Claudia Di Giacomo Ljiljana Firlović Želiko Firlović Matteo Garrone Vladimir Luxuria Mario Martone Maurizio Millenotti Cristiana Morganti Andrés Neumann Ninni Romeo


NOTE DI REGIA
Pina Bausch ha avuto un rapporto speciale con Roma, che è stata la prima città a ospitare una coproduzione del Tanztheater, alla fine degli anni Ottanta, secondo una modalità che la coreografa avrebbe utilizzato in seguito più volte in tutto il mondo, inaugurando quel filone della sua produzione che è stato ribattezzato “coreografie di viaggio”. A Roma, per altro, sarebbe tornata per un’ulteriore coproduzione tra il 1999 e il 2000 sempre con il Teatro di Roma, proprio durante il passaggio di testimone tra la direzione di Luca Ronconi e quella di Mario Martone. Per questo, quando mi è stato proposto di raccontare questo rapporto ho accettato con entusiasmo, ma anche con una forte carica di dubbio. Pina Bausch è uno dei mostri sacri del Novecento artistico la cui influenza si estende molto oltre la sfera del teatro e della danza contemporanei, di cui mi occupo. Un personaggio che è già stato ampiamente raccontato in video ma su cui, paradossalmente, mancano materiali inerenti proprio a quel segmento della sua carriera che doveva essere l’oggetto del mio lavoro. Da dove partire, quindi? Come sempre, cercando una storia da raccontare.
Il primo passo è stato sentire tutte quelle persone che avevano affiancato Pina nel suo soggiorno romano. All’inizio, con Riccione Teatro che ha prodotto il lavoro, non pensavamo di realizzare un vero e proprio film, piuttosto avevamo in mente di raccogliere una serie di testimonianze. La prima cosa di cui mi sono accorto era la carica emotiva che, a distanza di anni, si poteva ancora percepire nelle parole degli intervistati. L’incontro con Pina è stato per tutti qualcosa che ha lasciato un segno. Siamo partiti da lì, invertendo il punto di vista che sarebbe stato più ovvio in un documentario che ha per oggetto una creazione artistica: non abbiamo raccontato il lavoro dall’interno della sala prove, ma attraverso lo sguardo di chi ha incontrato Pina, che in un certo senso rappresenta lo “sguardo della città”. La cosa, peraltro, si sposava perfettamente con la metodologia di lavoro di Pina, che alle molte ore di lavoro in sala alternava un’esplorazione febbrile della città, che voleva toccare con mano tanto nel suo mito storico-artistico quanto nelle pieghe più nascoste del suo degrado. Guardare e comprendere. Era chiaro, a quel punto, che questo “sguardo antropologico” era proprio la storia che stavamo cercando. Il lavoro avrebbe raccontato l’esplorazione della città.
Mario Martone, Matteo Garrone, Vladimir Luxuria e tutti gli altri personaggi coinvolti ci hanno regalato ognuno una tessera di un mosaico che, pian piano, ha rivelato la trama di uno sguardo – quello di Pina – che sapeva connettere l’alto e il basso, la Roma dei papi e quella dei locali notturni, passando persino tra le case del campo rom della Rustica, che oggi non esiste più. Grazie a Ninni Romeo, che è stata ben più di un’assistente per Pina Bausch, siamo riusciti a entrare in contatto con la famiglia di rom che ospitò varie volte Pina, interessata alla loro storia. Ljiljana e Želiko, assieme ai loro figli e nipoti, oggi vivono nel campo di via di Salone, tristemente famoso per le condizioni igieniche carenti e per gli scandali che hanno toccato l’amministrazione capitolina – nell’ambito dell’inchiesta su “Mafia Capitale” – per quanto riguarda la sua gestione. Ci hanno accolto nel container dove abitano e hanno accettato di rievocare con noi quell’incontro ma, allo stesso tempo, hanno voluto raccontarci le condizioni in cui vivono oggi. Ecco allora che, di colpo, il documentario ha preso una strada diversa da quella immaginata, portandoci così a raccontare una storia nella storia. Cos’è successo a questa famiglia più di sedici anni1 dopo l’incontro con Pina Bausch? Seguendo le tracce di Pina e della sua esplorazione, anche il nostro film è diventato qualcos’altro. Questo “qualcos’altro” è, appunto, Pina Bausch a Roma.
Un’ultima nota riguarda la realizzazione del film, che avendo avuto una gestazione a più riprese, ha dovuto mettere assieme materiali diversi e di diversa fattura. Ho usato sempre il plurale, in queste note di regia, perché senza lo sguardo acuto di Ilaria Scarpa, l’immaginazione visiva di Claudio Martinez e le soluzioni di montaggio di Paolo Barberi questo film non esisterebbe neppure. Altrettanto essenziale sono state la cura del suono di Fabio Sabatini e le musiche di Riccardo Bertini e dei Mammooth. Una squadra di lavoro stimolante ed essenziale, che è entrata con sensibilità nel tessuto della storia. A cui si aggiunge la sensibilità di Simone Bruscia, direttore di Riccione Teatro, che con la passione che lo contraddistingue è stato il primo a connettere gli elementi di questo racconto e a metterci sulle sue tracce.
Le riprese risalgono al 2014.

GRAZIANO GRAZIANI
Graziano Graziani è critico teatrale, scrittore e giornalista. È tra i conduttori di Fahrenheit a Radio 3 Rai e ha scritto e scrive per diverse testate (tra queste Lo Straniero, Internazionale.it, il blog di Minimum Fax minima&moralia e la nuova rivista online della Treccani, il Tascabile). Collabora per Rai 5, per cui ha realizzato diversi documentari sul teatro contemporaneo. Ha pubblicato diversi libri, l’ultimo dei quali per l’editrice Quodlibet, Atlante delle micronazioni (2015). Cura un blog intitolato Stati d’eccezione.


NOTE DI PRODUZIONE

RICCIONE TEATRO
L’associazione Riccione Teatro promuove la cultura teatrale contemporanea con interventi mirati nel campo della drammaturgia e della ricerca teatrale.
Con cadenza biennale Riccione Teatro organizza il Premio Riccione per il Teatro, il più longevo concorso italiano di drammaturgia, nato nel 1947 e giunto quest’anno alla 54a edizione (presidente di giuria Fausto Paravidino). Il concorso premia opere originali non ancora rappresentate in pubblico e assegna un riconoscimento speciale agli autori under-30, il Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”, intitolato a uno dei più importanti compagni di viaggio della manifestazione. Per favorire la rappresentazione delle opere più meritevoli, sono inoltre assegnati due premi di produzione a parziale copertura delle spese di allestimento scenico (info: www.riccioneteatro.it).
In alternanza con il Premio Riccione per il Teatro, viene organizzato il Riccione TTV Festival – Performing arts on screen. La rassegna, nata nel 1985 da un’idea di Franco Quadri, propone incontri, proiezioni e spettacoli dedicati al teatro e al rapporto tra arti sceniche e video. Negli ultimi anni hanno trovato spazio numerose retrospettive video- cinematografiche sull’opera di Pina Bausch, curate da Riccione Teatro e presentate anche al di fuori del Riccione TTV Festival, in Italia e all’estero. Da queste esperienze, su iniziativa di Simone Bruscia (direttore di Riccione Teatro) e Andrés Neumann (storico produttore degli spettacoli di Pina Bausch) è nata l’idea di produrre un lavoro dedicato allo straordinario, e finora poco documentato, periodo romano di Pina Bausch. Grazie allo splendido lavoro di ricerca compiuto da Graziano Graziani e dal suo staff, l’idea iniziale si è trasformata in un film documentario, Pina Bausch a Roma, pieno di preziose testimonianze inedite. Dopo la presentazione di alcuni work in progress il film – prodotto da Riccione Teatro con la fondamentale collaborazione dell’Archivio Teatrale Andrés Neumann/Il Funaro Centro Culturale – viene ora proiettato per la prima volta in versione integrale.
L’opera di promozione del teatro contemporaneo svolta da Riccione Teatro prosegue per tutto l’anno nella città di Riccione. Qui, oltre a organizzare la stagione teatrale della città presso lo Spazio Tondelli, l’associazione conserva tre importanti archivi riuniti nel progetto ACT! Archivi del Teatro Contemporaneo: ne fanno parte l’Archivio del Premio Riccione per il Teatro, la Videoteca del TTV e l’Archivio europeo del Living Theatre. Tra i materiali conservati e aperti alla consultazione, quasi 4000 video e oltre 6000 copioni, con testi dei più importanti drammaturghi e scrittori italiani, compreso Italo Calvino, uno dei vincitori della prima edizione del Premio Riccione.

ARCHIVIO TEATRALE ANDRÉS NEUMANN IL FUNARO CENTRO CULTURALE (PISTOIA)
L’Archivio Teatrale Andrés Neumann e Il Funaro Centro Culturale (Pistoia) collaborano con Riccione Teatro alla realizzazione del film Pina Bausch a Roma, un documentario di Graziano Graziani, da un’idea di Simone Bruscia e Andrés Neumann.
Tra la città di Roma e l’iconica, multipremiata e internazionalmente riconosciuta coreografa tedesca Pina Bausch esiste un vincolo storico, artistico e istituzionale importante. Della serie di quindici spettacoli che Pina Bausch ha realizzato ispirandosi ad altrettante città del mondo, Roma è l’unica che vanta ben due titoli dedicati: Viktor (1986) e O Dido (1999), entrambi coprodotti con il Teatro di Roma. Fu proprio lo stretto rapporto di Pina Bausch con la città di Roma a suggerire all’artista questa modalità di creazione.
Le due produzioni romane sono state precedute da lunghe residenze a Roma, nel 1985 e nel 1998, del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, durante le quali l’artista e la compagnia hanno avuto modo di costruire solidi rapporti con artisti e istituzioni della città. In particolar modo furono intensi i rapporti con Federico Fellini, Bernardo Bertolucci, Matteo Garrone, Mario Martone e l’Accademia nazionale di danza che nominò Pina Bausch direttrice onoraria. Questo documentario include riprese realizzate nel 2015 e nel 2016, con testimonianze di coloro che hanno collaborato con Pina Bausch durante le sue residenze romane.
Il film nasce per iniziativa del Premio Riccione e dell’Archivio Teatrale Andrés Neumann. Lo stesso Neumann ha contribuito come produttore teatrale allo sviluppo dei progetti artistici di molti protagonisti del teatro contemporaneo. L’idea del documentario nasce a partire da alcune fotografie contenute nell’Archivio Teatrale Andrés Neumann, relative alle visite di Pina Bausch ai campi rom di Roma. L’Archivio Teatrale Andrés Neumann è custodito presso Il Funaro Centro Culturale di Pistoia, e questo documentario fa parte delle iniziative di valorizzazione dei suoi contenuti.
Pistoia è nel 2017 capitale italiana della cultura, e Pina Bausch a Roma è un esempio virtuoso di sinergia tra territori (Toscana, Emilia-Romagna e Lazio) e artisti (Pina Bausch, Mario Martone, Matteo Garrone, Maurizio Millenotti, tra molti altri).
In concomitanza con questo evento verrà messo online, grazie al contributo della Soprintendenza archivistica della Toscana e alla tecnologia della Scuola normale superiore di Pisa, il portale internet che garantisce l’accessibilità virtuale all’Archivio Teatrale Andrés Neumann.
Il documentario ha avuto il sostegno del MiBACT (Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana) e della Regione Toscana (Accordo per la valorizzazione del patrimonio archivistico, coordinamento degli interventi e tutela di archivi e biblioteche).


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All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.