Sabato 27 gennaio ore 19.30 | l’asilo

Il presente come storia – Omaggio a Luca Rastello

Proiezione del documentario Una stanza di casa mia. Val di Susa e dintorni: una conversazione con Luca Rastello

La serata inizierà con la proiezione del documentario di Daniele Gaglianone Una stanza di casa mia. Val di Susa e dintorni: una conversazione con Luca Rastello (Kio film 2015) che documenta l’ultima sua grande battaglia al fianco del movimento No Tav e della popolazione della Val di Susa a cui era legato da un profondo legame e che troverà la sua massima espressione in Binario Morto, scritto a quattro mani con Andrea De Benedetti.

Ma Luca è stato anche molto altro. Perché come pochi ha saputo raccontare e descrivere i profondi cambiamenti che hanno accompagnato l’Italia, dimostrandosi un attento e instancabile osservatore: è stato giornalista e scrittore, direttore di Narcomafie e de L’indice dei libri. Nella sua intensa carriera ha raccontato i cambiamenti e i tragici eventi che hanno sconvolto i nostri anni recenti con inchieste, saggi e romanzi . Ne La guerra in casa (Einaudi 1998) ci ha parlato della nostra indifferenza, nonostante la vicinanza geografica, nei confronti del conflitto in ex-Jugoslavia; ci ha fatto riflettere con romanzi come Piove all’insù (Bollati Boringhieri 2006) e I Buoni (Chiarelettere 2014); ha affrontato le questioni sociali più cocenti come i traffici internazionali di droga con Io sono il mercato (Chiarelettere 2009) oppure la questione dei migranti in La frontiera addosso (Laterza 2010). Come ricordato sopra, infine, con Binario Morto (Chiarelettere 2012) Luca Rastello si era schierato a favore del movimento No Tav, definendolo «il più calunniato e il più offeso nella storia dei movimenti italiani…» così come racconta nel documentario.

E questa voce straordinariamente libera di una persona veramente eccezionale viene ricordata, in alcuni interventi che seguiranno la proiezione del film, da Goffredo Fofi, Maurizio Braucci, Stefano De Matteis e Giorgio Morbello. Sarà presente inoltre il regista del documentario Daniele Gaglianone.

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