Teatri occupati. Da Venezia a Messina la mappa italiana della cultura fai-da-te

di Concita De Gregorio

su Repubblica http://www.repubblica.it/spettacoli/2013/06/17/news/da_venezia_a_messina_la_mappa_italiana_della_cultura_fai-da-te-61235765/

L’imprudenza dei vulcani (la rabbia, il teatro, una festa). Stiamo per parlare qui di come è bella l’imprudenza, di occupazione di spazi e di diritti, della forza della voce quando il microfono non c’è, di un vulcano, di una festa, di un libro scritto dalla nipote di Franco Basaglia seguendo le orme e i metodi del nonno: una mappa dell’imprudenza, appunto, nell’Italia fatta palude che sotto, invece, ribolle di lava. Coloro che dovessero pensare con sufficienza insofferente che è roba da moderni figli dei fiori, minoranza di anime belle destinate a piegare la testa di fronte alla grigia realtà apparecchiata ogni giorno dai padri al governo, ecco, costoro bisogna che sappiano, però, che di questo e solo di questo si accendono le passioni di chi ha meno di trent’anni. Che di questo parla chi oggi si sente (ed è) escluso dalla partite grande del potere e dei progetti, quella che si svolge fra iniziati a porte chiuse. Che qui, insomma, anche qui è custodito il serbatoio di energie che la politica insegue invano, la forza dei “giovani” di cui tutti parlano senza mai ascoltare di cosa parlano loro, a cosa di appassionano. Giusto per saperlo, prima di tornare – è sicuro – ad ignorarlo di nuovo.

Dal 22 a 26 giugno, alle pendici del vulcano di Stromboli, si terrà la prima “Festa eco/logica: teatro, musica, improvvisazione, parola”. Tutto gratuito, tutto ovunque nell’isola, tutto senza consumo di energia elettrica. Voce naturale, luce naturale. Una festa unplugged, a spina staccata. Il corpo, i corpi, solo questo. Tema: l’ira. Quella di Achille e quella di Proserpina dalle Metamorfosi di Ovidio, quella della terra Madre, quella che nei ragazzi tutto attorno a noi diventa rabbia prima, progetto poi, a volte, nei casi felici. Nadia Fusini e Iaia Forte, artisti e musicisti da tutto il mondo, i giovani dei teatri occupati, la gente dell’isola dove Giorgio Napolitano, il presidente, passa le sue vacanze.

E’ qui che il 25, sulla terrazza della Nassa, Silvia Jop presenterà il suo lavoro “Com’è bella l’imprudenza”. Silvia, antropologa, è la nipote di Franco Basaglia e c’è un filo che lega il suo lavoro a quello del nonno: l’osservazione, l’ascolto, l’ostinazione di dare voce a chi non ha voce, aprire e non chiudere. Il suo e-book è una mappa dei teatri occupati e una biografia degli occupanti nata sul blog collettivo “Lavoro culturale” fiorito attorno all’università di Siena, il nome dal romanzo di Bianciardi. Una foto di un paese invisibile agli occhi dei più, in perpetuo fermento. Racconta l’esperienza nata nella primavera del 2011 al cinema Palazzo e al Teatro Valle di Roma, estesa come un contagio al Marinoni e ai S. a. l. e. Docks di Venezia, al teatro Coppola di Catania e al Garibaldi di Palermo, all’ex asilo Filangieri di Napoli, al teatro Rossi aperto di Pisa, al Macao di Milano e, da ultimo, al teatro Pinelli di Messina e al cinema America di Roma.

Due anni di imprudenze che, scrive Ugo Mattei nella prefazione, “mettono l’Italia all’avanguardia nel mondo nella lotta globale per i beni comuni”. Proprio Mattei con Stefano Rodotà hanno lavorato al teatro Valle in questi anni, mentre si avvicendavano sul palco Peter Brook e Fitoussi, alla scrittura di una bozza di statuto sui beni comuni, la cultura per prima. Una definizione che, subito svuotata dagli slogan della politica, contiene una promessa, un progetto e un’alternativa reale per un paese – dice Silvia Jop – “fino ad oggi incapace di raccogliere e qualificare le condizioni di vita delle persone che lavorano di, con, e per la cultura”. A parlarne nella “tavola rotonda sul mare”, il 25, ci saranno Giulia Giordano del Pinelli occupato, Hossein Thaeri del Valle, i giovani di Fluido numero 9 che organizzano la Festa, la casa editrice Mesagea, Legambiente e tutti gli attori artisti e musicisti che “occuperanno” Stromboli in quei giorni. L’americano Paul Ricciardi improvviserà per le strade dell’Isola; Iaia Forte sarà il 25 in terrazza con l’Isola di Arturo di Elsa Morante; Nadia Fusini il 23 nella limonaia di Barbablù con un omaggio a 50 anni dalla morte di Silvia Plath e, lo stesso giorno, Patrizia Zappa Mulas con l’Enoch Arden di Tennyson. In chiusura, il 26, gli attori di ogni nazionalità diretti da Alessandro Fabrizi, che ogni anno tiene sull’isola un seminario internazionale sulla voce naturale con metodo Linklater, in “Erissittone, Proserpina e l’ira di Madre terra” all’Anfiteatro Eos. In versione luce alle 18.30, in versione buio alle 22. Com’era la luce – sorride Hossein Taheri, attore e illuminotecnico – quando a teatro la luce elettrica non c’era.