28 giugno 2013, ore 18.30 Ex Asilo Filangieri

GAZA due film

per Vittorio Arrigoni

Gaza è una prigione. La prigione più grande del mondo. Una prigione oramai dimenticata.

L’operazione “piombo fuso” dell’esercito israeliano sembra aver scavato un solco nella questione palestinese: ha reso normale l’intollerabile. Digeribile il sequestro di un popolo che il diritto non sa, non osa veramente riconoscere. Gaza è il buco nero della politica mondiale.

Gaza due film ha l’ambizione di contribuire ad aggirare il silenzio. Sulle tracce della scelta di Vittorio Arrigoni, che seppe documentare dal vivo il terrore scatenato dall’esercito israeliano a Gaza, pensa che l’arte possa oggi diventare un veicolo essenziale per rimuovere la cattura del destino di Gaza nell’ordine del discorso del potere.

♦ Visione di frammenti del readingmovie, Restiamo umani, tratto dall’omonimo libro di Vittorio Arrigoni (Manifestolibri, Roma 2009).

a seguire
Dibattito con Luca Incorvaia, regista del film, e Fulvio Renzi, ideatore e direttore artistico.

♦  Visione di Gaza city di Armin Linke

a seguire
Assemblea conclusiva con Chantal Meloni (professoressa di diritto internazionale all’Università Statale di Milano e all’Università von Humboldt di Berlino), che parlerà del suo soggiorno a Gaza, e Michelangelo Cocco, giornalista.

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 GAZA Due film

Fulvio Renzi, Luca Incorvaia

Restiamo Umani, 2013

sinossi www.restiamoumani.com

‘Restiamo Umani – The Reading Movie’ è il film della lettura integrale dei 19 capitoli del libro Gaza – Restiamo Umani scritto da Vittorio Arrigoni, diario e unica testimonianza quotidiana dei  22 giorni di  bombardamento durante l’operazione militare ‘Piombo Fuso’, sferrata dal governo israeliano contro i civili della striscia di Gaza, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, in cui morirono più di 1400 persone, in gran maggioranza civili, più di 400 i bambini uccisi.

19 capitoli per 19 lettori: Alberto Arce, Huwaida Arraf, Massimo Arrigoni, Mohamed Bakri, Ronnie Barkan, Egidia Beretta Arrigoni, Hilarion Capucci, Noam Chomsky, Maria Elena Delia, Norman Finkelstein, Don Andrea Gallo, Stéphane Hessel, Mairead Corrigan Maguire, Luisa Morgantini, Akiva Orr, Moni Ovadia, Ilan Pappé, Roger Waters, Rabbi David Weiss.

Il film consiste nella visione alternata delle immagini degli occhi e della bocca dei personaggi che leggono ogni singolo capitolo, tranne che per la parte finale di ogni capitolo dove vediamo il primo piano del personaggio leggere gli ultimi versi fino alla frase finale “Restiamo Umani”, l’adagio con cui Vittorio firmava i suoi capitoli e con cui si conclude ogni lettura. Ogni capitolo è registrato alla prima lettura, per mantenere la forza espressiva del lettore minimizzandone l’interpretazione.Non essendo nel suo genere riconducibile al documentario, né al film, né alla lettura teatrale o ad altro conosciuto, abbiamo dovuto identificare un genere in cui collocarlo e lo abbiamo definito

‘Reading Movie’: letteralmente, il film della lettura.

Esattamente come nel libro, la storia viene narrata come un diario giornaliero della testimonianza di un massacro in corso. Vittorio Arrigoni è un volontario dell’ISM (International Solidarity Movement), il suo compito durante ‘Piombo Fuso’ è aiutare sulle ambulanze i volontari della Mezzaluna Rossa a soccorrere la popolazione di Gaza, vittima di un bombardamento massivo, disumano e senza precedenti durante il quale vengono distrutti ospedali, scuole, moschee e abitazioni, utilizzando anche  fosforo bianco sulla popolazione civile, arma vietata da ogni convenzione internazionale. Testimone di questa carneficina mirata, intenzionale e inesorabile, mentre i giornalisti vengono fatti allontanare da Gaza, si ritrova a dover raccontare per necessità ciò che vede.

www.restiamoumani.com 

Armin Linke

Gaza City, 2003

È uno scenario di eccezionalità ridotta a norma, di contraddizioni acerbe tra la  vita e lo spazio.
In un’indagine “intorno” alla guerra, Linke registra immagini di vita pseudourbana, paradossalmente vissuta laddove non vi è città. La realtà di una condizione drammatica in cui migliaia di persone sono costrette a vivere, diventa la scena per una riflessione su alcuni binomi di elementi contrapposti che convivono e talvolta si identificano l’uno con l’altro. Un luogo precario, la spiaggia, diventa il luogo sicuro dello spostamento; l’eccezionalità della guerra è percepita come normalità; le condizioni avverse di vita, le difficoltà fisiche al movimento non generano un egoistico senso della personale sopravvivenza, ma al contrario spingono alla collaborazione, alla protezione reciproca e  infine dell’identità culturale; sotto il caos delle raffiche di mitra si accende la paziente attesa degli uomini.
Linke spinge in questo lavoro la linea di confine tra realtà e finzione fino al suo ultimo grado nel quale la realtà è talmente vera da apparire finta. Così le immagini escono da un alone avvolgente di eterea teatralità: e il bianco è il colore della condizione neutrale che i personaggi sembrano vivere nel loro ambiente. Ambiente, la cui percezione muta per le mutate condizioni d’uso; vite che assimilano comportamenti e accettano come normalità una condizione forse non altrimenti sopportabile. È il paradosso della guerra, che ottiene la sua prima e più dura vittoria sull’uomo: combattuta in campo ma in realtà persa nell’animo che ne fa condizione della propria esistenza.

www.arminlinke.com

A SEGUIRE

TENEDLE in concerto

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