venerdì 4 aprile ore 17,30
Ex Asilo Filangieri

LA NUOVA RAGIONE
DEL MONDO

Critica della razionalità neoliberista

di Pierre Dardot e Christian Laval

ed Derive e approdi 2013

tavola rotonda e dibattito intorno ai temi del libro
con Giso Amendola, Marco Bascetta, Francesco Festa, Chiara Rainaldi, Benedetto Vecchi

Com’è possibile che nonostante le ripercussioni catastrofiche cui hanno portato le politiche neoliberiste, queste ultime siano sempre più attive, al punto da precipitare interi Stati e società in crisi politiche e regressioni sociali sempre peggiori? Com’è possibile che, negli ultimi trent’anni, queste stesse politiche si siano sviluppate e approfondite senza aver incontrato resistenze sufficienti a metterle in crisi?

La risposta non può ridursi ai semplici aspetti «negativi» delle politiche neoliberiste, ovvero alla distruzione programmata delle regolamentazioni e delle istituzioni.
Il neoliberismo non è semplice distruzione regolativa, istituzionale, giuridica, è almeno altrettanto produzione di un certo tipo di relazioni sociali, di forme di vita, di soggettività. Detto altrimenti, con il neoliberismo ciò che è in gioco è né più né meno la forma della nostra esistenza, cioè il modo in cui siamo portati a comportarci, a relazionarci agli altri e a noi stessi. Il neoliberismo definisce una precisa forma di vita nelle società occidentali e in quelle società che hanno scelto di seguire le prime sul cammino della cosiddetta “modernità”. Questa norma impone a ognuno di vivere in un universo di competizione generalizzata, prescrive alle popolazioni di scatenare le une contro le altre una guerra economica, organizza i rapporti sociali secondo un modello di mercato, arriva a trasformare perfino l’individuo, ormai esortato a concepire se stesso come un’impresa.

Da pressoché un terzo di secolo, questa norma esistenziale presiede alle politiche pubbliche, governa le relazioni economiche mondiali, trasforma la società e rimodella la soggettività. Le circostanze di un simile successo normativo sono state descritte di frequente. A volte privilegiando l’aspetto politico (la conquista del potere da parte delle forze neoliberiste), a volte quello economico (l’ascesa delcapitalismo finanziario globalizzato), altre l’aspetto sociale (l’individualizzazione dei rapporti sociali a scapito delle forme di solidarietà collettiva, l’estrema polarizzazione tra ricchi e poveri), altre ancora quello soggettivo (la comparsa di una nuova tipologia di soggetto, lo sviluppo di nuove patologie psichiche). Si tratta di dimensioni complementari alla nuova ragione del mondo. Con questo dobbiamo intendere che siamo di fronte a una ragione globale nel duplice senso del termine: una ragione che di colpo diventa valida su scala mondiale e una ragione che, lungi dal limitarsi alla sfera economica, tende a totalizzare, cioè a “fare mondo”, con un proprio specifico potere di integrazione di tutte le dimensioni dell’esistenza umana. La ragione del mondo è anche, contemporaneamente, una ragione-mondo.

«Di grandissima erudizione, questo libro è un invito urgente a spingere la critica teorica e sociale dell’ordine esistente ben al di là delle analisi correnti» Le monde diplomatique.

«Per capire il dibattito il libro di Pierre Dardot e Christian Laval sulla “società liberista” offre importanti strumenti di analisi. Una summa di ricerche che sono storia delle idee, filosofia e sociologia» Le monde.

«Un’opera che segnerà uno spartiacque tra i saggi dedicati al neoliberismo» Marianne.

«Un libro che casca a fagiolo di fronte alla crisi che attraversiamo» Le spectacle du monde.

«La nuova ragione del mondo è un libro di teoria, di economia e di narrazione storica. Il suo interesse sta anche nell’essere molto accessibile» Politis.

MATERIALI

Alias sul libro La nuova ragione del mondo di Pierre Dardot e Christian Laval

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