Cineprese Ribelli:
storie di stra­ordinaria resistenza
dalla Siria

— l’Asilo —

mercoledì 13 aprile ore 20:30

From my syrian room
un film di Hazem Al Hamwi (2014)

mercoledì 20 aprile ore 20:30

Eau argentée – Autoritratto siriano
un film di Ossama Mohammed, Wiam Simav Bedirxan (2014)

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mercoledì 16 marzo ore 20:00
Return to homs di Talal Derki (Siria, Germania, 2014; 80 min)

mercoledì 23 marzo ore 20:00
Our Terrible Country di Mohammad Ali Atassi e Ziad Homsi (Siria, 2014; 80 min).

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Questa mini-rassegna di documentari, proposta dal gruppo Studenti Unior pro rivoluzione siriana, intende raccontare la difficile situazione in cui versa il popolo siriano dopo le rivolte del 2011. L’obiettivo è sensibilizzare la comunità partenopea sulle condizioni di vita del popolo siriano che vive da cinque anni in uno stato di guerra, provocato dalla feroce risposta del regime di Bashar al-Assad a manifestazioni pacifiche di piazza.

Attraverso questi documentari, girati tra il 2013 e il 2014, vogliamo porre l’attenzione sul grave problema umanitario che non può lasciare indifferenti. I documentari mostrano scene di vita quotidiana, una vita che ha ormai come sottofondo il rumore di spari e bombe che hanno distrutto abitazioni, scuole, ospedali e costretto un milione e mezzo di persone (circa il 20% della popolazione siriana) ad abbandonare le proprie case.

Appoggiare la rivoluzione siriana, nelle sue originarie manifestazioni, significa lottare per la libertà di un popolo che vive ormai da quarant’anni in una condizione di repressione assoluta. Le richieste dei tanti manifestanti scesi in piazza nel 2011 erano limpide e condivisibili: si parlava e si parla della libertà di costituire partiti, di stampa e di opinione, di avere riforme economiche e sociali che tengano presente i più basilari diritti umani. 
Quello che ci ha indotti ad impegnarci e a proporVi tale progetto è la volontà assoluta di appoggiare un popolo che sta soffrendo, perché chiede ciò che gli è dovuto: la caduta del regime e libere elezioni per una Siria democratica. Crediamo che il modo migliore per conoscere la verità sulla Siria sia farlo attraverso le parole e le testimonianze del suo popolo che in questi documentari ci mostra una realtà atroce.

Le proiezioni, come tutte le iniziative all’Asilo, sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale per produrre arte e cultura.

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I FILM

Return to Homs

“Questa è Homs; ma non so dove sono”
Questa è la battuta che più riassume “Return to Homs”, il documentario del regista siriano Talal Derki vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2014. http://www.returntohoms.com/

È un viaggio nelle vite di due ragazzi siriani al tempo della guerra civile. Basset, stella del calcio e Ossama, giornalista e attivista, vivono nella città di Homs, teatro nel 2011 di manifestazioni pacifiche contro il regime di Assad. Quando l’esercito inizia la sua opera di repressione, Basset decide di impegnarsi nella resistenza, diventandone un simbolo. Ossama, dal canto suo, continua la sua missione di attivista, documentando ciò che accade nella sua città, tra scontri, bombardamenti e assedi. Il documentario racconta il tragico destino della terza città del paese attraverso la vicenda umana dei due protagonisti, inizialmente pacifici manifestanti e poi arruolatesi nella ribellione armata una volta che la soluzione pacifica aveva perso ai loro occhi ogni efficacia. “Non sapremo mai se abbiamo fatto la scelta giusta”, afferma Basset davanti alla telecamera, “ma non avremmo mai vinto se fossimo rimasti pacifici”.  Quello di Derki è un film che mostra lucidamente la pressione del combattimento, il perseguimento di un obiettivo e la guerra, in tutta la sua brutale natura.

Our terrible country

Our Terrible Country racconta la vita di Haj Saleh e di sua moglie, l’attivista Samira Khalil, durante la loro fuga da Damasco verso la Turchia nel 2013, raccontandone credenze, speranze e difficoltà. Frutto di un anno di riprese tra la Siria e la Turchia, il film coglie gli sviluppi della rivoluzione siriana, dal suo inizio pacifico al progressivo aumento della violenza, dei bombardamenti e della distruzione delle città da parte dei supporter del regime e dell’ascesa degli estremisti islamici.

Acqua Argentata, autoritratto della Siria
di Wiam Simav Bedirxan e Ossama Mohammed

Il film è un mosaico di immagini girate con telefonini o piccole video camere caricate in rete a cui si aggiungono le riprese di Wiam Simav Bedirxan in contatto con Ossama Mohammed via mail e skype dalla città assediata di Homs.
L’asettico montaggio delle immagini crea un film senza sceneggiatura, senza struttura ne personaggi, è la guerra in Siria vista attraverso gli occhi di 1.001 siriani, secondo le parole del regista, che ci mostrano una realtà di distruzione e violenza ai limiti del sopportabile.

Premi e festival
Selezione ufficiale Cannes Film Festival 2014
Premio della Critica Internazionale 70 Mostra del Cinema di Venezia
32° Torino Film Festival – Menzione speciale

Link
http://www.cinedetour.it/newsletter/2015/09/24/acqua-dargento-autoritratto-della-guerra-in-siria/

http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-2d792382-e58d-4146-ab0a-f81298df54e1.html

From my syrian room
di Hazem Alhamwi

Il disegnatore Hazem Alhamwi diventa regista e racconta la sua vita sotto il regime degli Al Asad prima delle sollevazioni 2011. “Disegnare era l’unico modo per esprimere il mio dolore e la mia stanza era un paradiso sicuro per migliaia di disegni” dice il regista. Attraverso una narrazione introspettiva Alhmwi racconta l’intensità del controllo e della censura del regime sulle vite degli artisti, degli intellettuali e della gente comune.
l film evidenzia il ruolo liberatorio per lo spirito del popolo siriano della penna e della video camera dell’artista.