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Il 2 marzo 2012 abbiamo liberato e restituito alla città l’Ex Asilo Filangieri di Napoli, sede inutilizzata dell’inutile Forum Universale delle Culture.
Da quel giorno, ogni giorno per 4 anni, insieme a migliaia di donne e uomini, l’abbiamo riempito di autonomia, molteplicità, partecipazione, apertura, antifascismo, perseveranza, scambio, porosità, affetti, immaginazione, interferenze, accessibilità, incontri, ascolto, autogoverno, consenso, cultura, differenze, felicità, libertà, possibile, rigenerazione, pratiche, comunità, stratificazioni, cinema, attraversamenti, cura, conflitto, diffusione, pluralità, relazioni, tenacia, saperi, confronto, assemblee, leggerezza, danza, movimenti, orizzontalità, permeabilità, tempo, produzione, generosità, inclusività, prassi, soddisfazione, collaborazione, formazione, eterogeneità, follia, alternativa, beni comuni, decisione, indipendenza, polifonia, conoscenze, antirazzismo, arte, convivialità, antisessismo, complessità, costanza, musica, divenire, confluenza, teatro, cerchio, comunità, prossimità, determinazione, affinità, fare comune, intersezioni, lentezza, uso civico, piacere, mutamenti, lotta, mutualismo, politica, resistenza, solidarietà, imprudenza, connessioni, desiderio, spiazzamento, prese di posizione, effetti, transiti, vitalità, copy left, equilibrio, caso, costruzione, democrazia radicale, interdipendenza, volontà, militanza, organizzazione, intraprendenza, imprevedibilità, passione.

Nella consapevolezza diffusa che (nun) c’a putimm’ (maje) fa’.


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Domenica 6 marzo dalle 18 alle 22.30 ospiteremo un numero imprecisato di musicisti italiani e brasiliani accomunati dalla passione per la tradizione carioca: balleremo al ritmo di Batucada e Samba, di Arrocha e Bandanejo, per poi distenderci con le armonie della Bossa Nova. Vi aspettiamo all’Asilo per un lungo pomeriggio di festa.
Incursioni musicali di:
♪ Galera de Rua
♫ Gatos Do Mar
♪ Annalisa Madonna
♫ Sergio Naddei
♪ Francesco Manna
♫  Unidos de Napoles
Roda di Capoeira Balanço do Mar


Dove stiamo (andando)

L’Asilo nasce il 2 marzo 2012 da un’occupazione che simbolicamente voleva criticare il Forum delle Culture e i suoi sprechi. Durante le prime partecipatissime assemblee aperte alla città, venne fuori l’idea di sperimentare un nuovo tipo di istituzione pubblica, l’uso civico, modello antichissimo che riguarda prevalentemente valli, boschi, aree destinate al pascolo, in una parola: il mondo extraurbano.
Quali sono i principi di questi usi civici? Fruibilità, imparzialità, accessibilità e autogoverno.

Il processo di creazione di questa nuova istituzione è durato circa quattro anni, perché non è stato calato dall’alto, ma sviluppato in modo orizzontale e democratico da tutta la comunità di riferimento, attraverso la scrittura collettiva di una “Dichiarazione di uso civico e collettivo urbano“, che dalla fine del dicembre scorso è divenuta un atto amministrativo del Comune di Napoli, che lo ha fatto proprio con una delibera che costituisce il risultato di un lungo e spesso difficile confronto con l’attuale Amministrazione della città, la quale riconosce ora espressamente l’alto valore sociale e culturale dell’esperimento dell’Asilo.
Il regolamento d’uso dell’Asilo, che spiega l’articolazione che si è data la comunità attraverso un processo di autonormazione, è pubblico ed è qui https://www.exasilofilangieri.it/regolamento-duso-civico/.

Lo spazio che tutti i giorni attraversiamo e di cui ci prendiamo cura è la realizzazione di un esperimento culturale, politico, giuridico e sociale inedito, attraverso il quale si è costruita una modalità di autogoverno di un bene pubblico, da parte di una comunità informale. Non siamo un’associazione, e l’Asilo non è un’assegnazione o un comodato d’uso, perché non esiste alcun soggetto giuridico a cui è stato affidato. L’Asilo è un uso libero regolamentato di uno spazio pubblico, simile all’uso che facciamo di una strada pubblica, di una piazza, di un giardino.

La comunità dell’Asilo è composta da lavoratrici e lavoratori dell’arte, dello spettacolo e della cultura, un insieme mutevole, composito e potenzialmente illimitato di persone che decide in maniera diretta ed orizzontale – attraverso un’assemblea pubblica settimanale – la programmazione e la gestione del bene comune, restituendolo alla libera fruizione di tutte e tutti e soprattutto dotando la collettività di poteri di partecipazione e codecisione.  Chiunque abbia un progetto che riguardi l’arte, la cultura e lo spettacolo e abbia bisogno di uno spazio può entrare a far parte di questa comunità. L’Asilo è un luogo di condivisione, di relazione, di scambio. Superiamo, in altre parole, il principio della delega, favorendo la sperimentazione di progetti culturali e artistici in forma autorganizzata da parte degli stessi soggetti che li presentano.

Cosa è successo in questi quattro anni?

In questi quattro anni all’Asilo ci siamo resi conto che condividere strumenti e saperi secondo una pratica mutualistica è il modo più efficace per svincolarsi da un sistema a circuito chiuso, limitante e limitato e costruirne uno radicalmente diverso, aperto e accessibile, che possa dare valore a conoscenze e desideri.

Ci siamo impegnati nella liberazione dell’espressione artistica dalle logiche del profitto e del mercato. Abbiamo sperimentato pratiche innovative di produzione incentrate sulla cooperazione e sulla solidarietà, e su libere contaminazioni tra diversi campi dell’arte e della ricerca, esaltando una visione delle relazioni umane cooperativa e non competitiva.

Ci siamo riconosciuti nell’interdisciplinarietà, nell’indipendenza da ingerenze esterne alla pratica dell’autogoverno e nell’interdipendenza, intesa come dipendenza della comunità dalla capacità collaborativa degli individui che in essa si riconoscono.

Ci piace parlare di interdipendenza perché siamo convinti che una comunità sia assolutamente dipendente dalla capacità collaborativa degli individui che in essa si riconoscono. Essere interdipendenti significa riconoscere la gioia e la potenza del fare collettivo, creare e coltivare nuovi spazi di incontro, espressione, costruzione.

In questi quattro anni le attività all’asilo non sono mai state pre-organizzate, ma decise di volta in volta seguendo l’andamento delle assemblee e dei tavoli di lavoro, assecondando le reali necessità degli artisti. La fruizione degli spazi e la programmazione delle attività avvengono da 4 anni in maniera aperta, trasparente e partecipata. Il confronto aperto tra artisti, operatori, studiosi, cittadini ha fin da subito fatto emergere l’urgenza di favorire quei progetti che necessitavano  di tempo e spazio per la ricerca e la riflessione e che rischiavano di scomparire nei meccanismi dell’industria culturale.
Questa vocazione a custodire la fase del processo creativo rispetto al prodotto finito, dando tempo e spazio al pensiero e alla sperimentazione, nel tempo si è fatta sempre più forte.

Grazie alla collaborazione e alla generosità di chi ha attraversato l’Asilo e partecipato alle iniziative, abbiamo costruito un teatro per spettacoli e concerti, una sala per la danza, una biblioteca con aule studio, un laboratorio di arti visive con una galleria espositiva, una sartoria, un orto urbano, abbiamo allestito gli spazi per prove di teatro, musica, danza, assemblee, incontri, proiezioni e in programma abbiamo la costruzxione di una sala cinema sempre aperta, dove la programmazione, come sempre, la #decidelacittà.
In altre parole abbiamo riempito uno spazio vuoto e inutilizzato di mezzi di produzione a disposizione di chi ne ha bisogno.
E non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.

C’a putimm fa’.

L’ evento su Facebook, buona condivisione!