IN VIAGGIO CON KUSTURICA
Il cinema di Emir

Mercoledì 19 febbraio 2020 ore 21 | l’Asilo

PAPÁ… È IN VIAGGIO D’AFFARI

(Otac na službenom putu)
Jugoslavia, 1985, 136’, v.o. sub.it.

Film che ha rivelato al mondo il talento di Emir Kusturica. Vincitore della Palma d’oro come miglior film al 38º Festival di Cannes, nominato all’Oscar al miglior film straniero.

Ambientato in Jugoslavia nel cosiddetto “periodo dell’Informbiro” (1948-1955), ovvero gli anni che vanno dalla rottura tra Tito e Stalin al riappacificamento tra Jugoslavia e Russia sotto Chruščëv, caratterizzato dalla repressione di chi continuava a dimostrare lealtà o simpatia per l’Unione Sovietica; i sospetti venivano deportati principalmente nel campo di lavoro di Goli Otok.

Nel libro autobiografico Dove sono in questa storia, Kusturica racconta le difficoltà che hanno preceduto la realizzazione del film a causa del delicato tema storico. Venivano richieste continue modifiche alla sceneggiatura e il regista, esasperato, pensò di andare a realizzarlo a Belgrado, a quei tempi più aperta di Sarajevo. Il film poté essere realizzato grazie all’interessamento personale di Cvijetin Mijatović, ex presidente della Jugoslavia.

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Mercoledì 12 febbraio 2020 ore 20:30 | l’Asilo

ARIZONA DREAM (Il valzer del pesce freccia)

USA | Francia, 1993, 145’, v.o. sub.it.

Axel Blackmar, tenero, innocente, malinconico e buffo è un ragazzo che, dopo la morte dei genitori, si è trasferito a New York dove lavora al dipartimento per la pesca e la caccia. In occasione del matrimonio di suo zio Leo, Axel torna in Arizona per fare da testimone alle nozze.
Inizialmente ansioso di ritornare a New York, il ragazzo cambia idea nel momento in cui incontra Elaine, una stravagante vedova che ha ucciso suo marito e che vive con la giovane e nevrotica figlia Grace. Axel si trova diviso tra i diversi desideri di Leo, che sogna di arrampicarsi fino alla Luna grazie a una montagna di Cadillac, di Elaine, che desidera volare, di Grace, che vorrebbe reincarnarsi in una tartaruga, e di Paul, che sogna di diventare un attore interpretando film che odia. Mentre il suo sogno è quello di vivere in Alaska, dove un eschimese riesce a pescare un halibut per la sua famiglia. Ma, affinché alcuni sogni sopravvivano, altri sono costretti a morire.

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Mercoledì 5 febbraio 2020 ore 20:30 | l’Asilo

GATTO NERO, GATTO BIANCO
(Crna macka, beli macor)
Jugoslavia | Francia | Germania, 1998, 120’, v.o. sub.it.

Quello che doveva essere soltanto un documentario sui musicisti di Underground si trasforma nel film più scatenato e leggero di Kusturica “Gatto nero, gatto bianco”. Si tratta di una commedia matrimoniale incentrata su due famiglie zingare e sulle loro faide. Una bizzarra e buffa rappresentazione sulla vita libertina e allegra della popolazione gitana. La gioia di vivere è rappresentata, stranamente, da due vecchi canuti con dentatura di metallo misto ad avorio e da quattro giovani che sono stati accoppiati nel modo sbagliato.
E’ un film in cui i personaggi sono perennemente in movimento, quasi in preda alla follia. Kusturica ritorna alla pura arte dell’illustrazione: le sequenze sono affollati quadri in movimento con continue invenzioni, stranezze assortite e personaggi oltre il limite del grottesco. Un film di gitani che si dimostrano meno arretrati e molto più allegri rispetto a quelli che abbiamo già conosciuto dall’altro film del regista “Il tempo dei gitani”.
Con allegre musiche tzigane e trovate comiche originali Kusturica dà vita ad un caos visivo e sonoro, mescolando con genialità nella stessa inquadratura uomini e animali, bevute e sparatorie, la volgarità più sordida e la più divina bellezza con un gusto picaresco che vuole essere un’esaltazione divertita e ironica della cultura gitana.

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mercoledì 29 gennaio

Il tempo dei gitani

Jugoslavia | Regno Unito, Italia – 1988 – 142′ – v.o. sub IT

Tra melo-dramma etnico e road-movie ramingo, Il Tempo dei Gitani è il primo film che rivela la vena realmente grottesca e fantastica di Kusturica, tra nonne-stregoni e giovani apprendisti. E’ un film d’amore,di avventure, di risate e di pianti che nella versione originale, destinata alla TV, durava 5 ore. A dare una nota spettacolare al film è la meravigliosa colonna sonora di Goran Bregovic, che riprende brani della tradizione gitana.
Il talento surreale di Kusturica è alle prese con la storia di Perhan, un giovane gitano che vive in una misera casetta con la sua sorellina zoppa, la vecchia nonna guaritrice Atiza e suo figlio. Il sogno del ragazzo è di sposare la bella Azra, per questo si troverà costretto a viaggiare fino in Italia, a Milano e a Roma, finendo nell’ ambiente della microcriminalità. La sua tumultuosa vicenda procede per accumulazione su un arco di quindici anni attraverso peripezie ora buffe, ora sanguinose, in altalena tra tenerezza e infamia. Il regista s’è immerso nel mondo e nella cultura dei gitani con passione, con una partecipazione che non esclude la lucidità, con una simpatia che non diventa idealizzazione.
Un’ “opera punk” Sconnessa, ridondante e visionaria dove la vitalità e l’energia sono messe al servizio di una vicenda che volge verso la tragedia, ecco che ritorna l’ inconfondibile impronta stilistica del regista. Il cinema “onirico” di Kusturica trascina lo spettatore in una dimensione suggestiva dove la cruda realtà si mescola con l’immaginazione.

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merc 22 gennaio

Underground

Rep. Fed. di Jugoslavia | 1995, 170’, v.o. sott. it.

Nel 1941, durante il bombardamento aereo di Belgrado, il partigiano Marko inizia la propria ascesa come eroe della resistenza, in coppia con l’amico Backly. Convince un grande numero di concittadini a rifugiarsi sotto le strade della città, affinché possano lavorare illegalmente alla produzione di armi. Trascorrono circa vent’anni e benché la guerra sia finita da un pezzo, Blacky, con la complicità dell’attrice Natalija, non l’ha mai comunicato ai reclusi del sottosuolo.

Per dare avvio alla rassegna IN VIAGGIO CON KUSTURICA non si poteva che cominciare con Underground: un frastornante viaggio al centro della Terra, nel cuore dei Balcani, un quadro surreale della storia di un popolo distrutto da 50 anni di guerra. Ci troviamo a ripercorrere la storia dell’ex Jugoslavia dalla Seconda guerra mondiale ai sanguinosi anni Novanta del dopo Tito. Mescolando sapientemente drammaticità e commedia, il regista bosniaco muove i suoi personaggi in un coloratissimo teatro di conflitti: come pochi altri riesce a raccontare l’orrore della guerra e la tragedia della morte con eccezionali cadenze da commedia.

Tra realtà e finzione, lacrime e sorrisi, sogno e incubo, si snodano le storie di acrobatici funamboli sospesi su un mondo popolato da imbroglioni, banditi, criminali, lunatici e psicopatici. Underground è un film grottesco, un’opera folle, ai limiti dell’assurdo e del paradosso. Kusturica e il suo mondo ci ricordano quella che è la vera essenza del cinema, la magia della pellicola, il suo essere surreale.

 

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