LA COSTITUENTE DEI BENI COMUNI

SABATO 13 APRILE ore 15,30

TEATRO VALLE OCCUPATO

con Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Edoardo Reviglio, Gaetano Azzariti, Maria Rosaria Marella,
Giorgio Resta, Paolo Maddalena e i movimenti in lotta per i beni comuni.

fattibene

L’ASILO PER LA COMMISSIONE RODOTA’ SUI BENI COMUNI!

Il 13 Aprile al Teatro Valle Occupato riparte la Commissione Rodotà. Una inedita alleanza tra studiosi/giuristi e le lotte che tutti i giorni praticano forme nuove di autogoverno, apre uno spazio politico nuovo che parte dal riconoscimento giuridico dei beni comuni e lancia una prospettiva di cambiamento radicale del sistema economico/politico/sociale del paese.
L’ex Asilo Filangieri prenderà parte ai lavori della commissione assieme  agli altri movimenti in lotta per i beni comuni. Saranno presenti Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Edoardo Reviglio, Gaetano Azzariti, Maria Rosaria Marella, Giorgio Resta e Paolo Maddalena.

Fra il 1991 e oggi, al fine dichiarato di ridurre il debito pubblico, l’Italia ha dismesso beni per un valore aggregato di 1400 miliardi di euro. Questa imponente svendita di beni pubblici è avvenuta al di fuori di qualsiasi principio giuridico ordinatore, in una condizione normativa obsoleta e del tutto inadeguata. Nel 2007 fu istituita presso il Ministero della giustizia una commissione su beni pubblici, presieduta dal Prof. Stefano Rodotà, per approfondire e proporre una riforma del Libro III della Proprietà del Codice Civile. Il disegno di legge delega, presentato in Senato, non è mai stato approvato e giace impantanato nelle aule parlamentari .
Da allora la vittoria dei referendum sull’acqua, le lotte sul territorio (dal No Tav a No Muos) e le occupazioni di teatri in tutto il paese hanno rideclinato il significato di beni comuni. Si è profilata un’inedita alleanza fra cultura giuridica e le lotte legate ai beni comuni, in particolare a partire dalla rilettura di norme costituzionali da anni dimenticate, quali la funzione sociale e l’accesso alla proprietà di cui all’art. 42 e il riconoscimento di comunità altre all’art. 43.

A partire dagli spazi, dalle lotte, dalle soggettività che costruiscono conflitto, intelligenza politica e partecipazione, riapriamo i lavori dall’importante base di partenza della proposta del 2007, immaginando una commissione di studio aperta e partecipata, a cui vogliamo fornire direttamenente il nostro contributo di pratiche e teorie che in questi anni hanno costituito la base della nostra lotta politica.
Immaginiamo di sviluppare un lavoro collettivo che possa dare vita ad una sorta di commissione “referente” situata nella carne viva delle lotte, centrandola su due piani:  1quello della rifelessione teorica sul diritto, sugli usi civici metropolitani, le forme di autogoverno statutuarie ed in generale sulle nuove istituzionalità da potenziare, correggere creare: una produzione giuridico-normativa sui beni comuni che la Commissione possa ascoltare, rierlaborare e tradurre in articolati e proposte legislative. 2 la produzione collettiva di una scrittura politica – multitestuale, partecipata, emendabile ed aperta – per potenziare lo spazio pubblico di discorso e di azione nell’orizzonte condiviso dei beni comuni. Un processo generativo capace di generalizzare lotte diverse e costruire immaginario e forme di soggettivazione poltica non governamentalizzate.

Le forme di autodeterminazione e di autogoverno che si stanno manifestando nei vari territori dalla rete dei teatri occupati a tutti i comitati, i collettivi, i movimenti e i soggetti che resistono per la difesa dei territori, dell’ambiente, del paesaggio, della salute, dei beni culturali e storici, di istituzioni del welfare indispensabili al libero e pieno sviluppo delle persone possono stressare con forza il diritto, spostare l’asse dall’illegale al legittimo per affermare modelli economici e sociali nuovi e istituzioni di uno nuovo diritto.

Attraverso le nostre pratiche vive, immagineremo modi di avere cura dei beni comuni che si trasformino in nuove forme di Statuti in cui le “comunità di lavoratori o utenti” siano finalmente protagoniste dei processi decisionali. La nostra lotta politica vuole farsi pratica costituente per invertire la rotta rispetto alle contro-riforme neoliberali e promuovere un’altra idea di cittadinanza, non solo formale.
Saremo presenti alla prima assemblea il 13 aprile, al teatro valle, invitando anche le altre realtà a parteciparvi. Siamo convinti che se le comunità di lotta saranno messe nelle condizioni di partecipare a pieno titolo questi lavori potranno essere un incubatore teorico importante di cui le pratiche di conflitto potranno trovare fecondo alimento.
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