domenica 22 maggio 2016 ore 19

La Mescla e L’Asilo per Urupia

serata benefit
+ apericena a cura de La Cucina Clandestina

 

URUPIA’S FITO BENEFIT
“ Quando, nel lontano 1995, fu costruito l’impianto di fitodepurazione delle acque di scarico a Urupia, in collaborazione con alcuni progettisti e studenti dell’Università di Hannover (che lanciarono allora quell’impianto come sperimentale e unico in Italia per la sua tipologia), si garantì il buon funzionamento dello stesso per almeno dieci anni. Ne sono passati venti e in realtà l’impianto funziona ancora molto bene ma, inevitabilmente, comincia a dare qualche segnale di affaticamento soprattutto in presenza di utenze straordinarie, cioè nei periodi in cui a Urupia ci sono molte persone. Non è un caso quindi che da qualche tempo le Comunarde stiano pensando di fare delle migliorie all’impianto esistente o di aggiungere un altro filtro, con oneri economici non indifferenti e non sempre alla portata della Comune.
Nella coscienza delle Comunarde e di tutte le individualità che hanno passato qualche tempo più o meno lungo nella masseria, l’impianto di fitodepurazione è un po’ la summa simbolica e molto pratica del principio di autogestione, cardine dei punti consensuali della Comune: le acque non vengono utilizzate solo per normali bisogni igienici e corporali ma vengono successivamente depurate per essere riutilizzate a scopi irrigui chiudendo il cerchio (che normalmente rimane aperto) della produzione/consumo/smaltimento… Vengono dalla terra e ad essa ritornano quasi come ne erano arrivate.
Consapevoli di questa valenza e delle difficoltà economiche attuali di Urupia, le amiche di vecchia, vecchissima ma anche di più recente data, ritrovatesi nel luglio 2015 in occasione del ventesimo compleanno della Comune, hanno deciso di lanciare una campagna di sottoscrizione tesa a finanziare le migliorie necessarie all’impianto di fitodepurazione.
Il denaro sarà consegnato alla Comune nel momento in cui essa sarà pronta per eseguire i lavori e il suo utilizzo sarà naturalmente vincolato unicamente all’esecuzione di questo progetto.
Ci teniamo molto che Urupia continui ad avere un impianto di fitodepurazione efficiente, memori del fatto che la Comune investì enormemente su questo progetto già agli albori, quando le comunarde non avevano ancora le comodità minime e dormivano ancora stipate in androni collettivi… Forse perché erano folli, forse perché dominate dalle urgenze o chissà che altro, forse perché allora più che mai consapevoli, e noi con loro, che “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…” ”.
Le amiche di Urupia, tutte

– Il progetto URUPIA nasce all’inizio degli anni novanta dall’incontro tra un gruppo di salentini – all’epoca quasi tutti redattori della rivista “Senza Patria” – e alcune persone di origine tedesca, “militanti” della sinistra radicale in Germania. Difficile descrivere che cos’è la Comune Urupia; difficile dare un’idea, sia pure approssimativa, delle innumerevoli attività – poitiche, sociali, lavorative, economiche – svolte dal 1995 ad oggi dalle centinaia di persone che hanno animato questo laboratorio sociale dell’utopia. Nelle intenzioni delle comunarde che diedero vita al progetto, la Comune avrebbe dovuto rappresentare la realizzazione pratica di un’utopia libertaria: la possibilità, cioè, di raggiungere un alto livello di autosufficienza economica, di libertà politica e di solidarietà sociale attraverso il lavoro e l’agire collettivo, eliminando ogni forma di gerarchia, sia quelle determinate dalla proprietà che quelle legate al sesso, sia quelle fisiche che quelle intellettuali. Urupia doveva essere un laboratorio quotidiano dell’autogestione che riuscisse a permettere al tempo stesso il massimo sviluppo delle possibilità individuali e la massima negazione delle leggi del mercato, il rispetto delle diversità umane e l’opposizione alle leggi del privilegio e del profitto; la dimostrazione concreta, insomma, della possibilità di un vivere individuale e collettivo che negasse, di per sè, il più possibile, le ingiustizie del sistema dominante.
Quotidianamente si vive la consapevolezza della difficoltà di un percorso di vera autogestione: i continui conflitti tra privato e collettivo, il costante riemergere di comodi meccanismi di delega e di ambigue gerarchie informali, la difficoltà del raggiungimento di una vera uguaglianza tra i sessi e di un rapporto di serena, efficace collaborazione tra uomini e donne, la risucchiante prepotenza delle peggiori leggi dell’economia, sono tutte contraddizioni che stanno lì ad indicare quanta strada ci sia ancora da fare, e quanto difficile sia questo percorso.
Si è convinti però del carattere sperimentale del progetto e nella ricerca costante, nelle nostre menti e nei nostri cuori, di sentieri di una sincera e reale trasformazione sociale.

La MESCLA nasce a cavallo tra il 1999 e il 2000 dall’incontro di musicisti provenienti da differenti esperienze che sono invitati ad unirsi in un progetto collettivo che superi la comune concezione di gruppo, iniziando un percorso di ri- apprendimento musicale sul campo, imparando direttamente dai popoli incontrati nel viaggiare.
Curata dal musicista napoletano Davide Della Monica che ne è custode, e poggiando su uno zoccolo permanente di musici fondatori, Mescla propone il proprio lavoro di separazione, mescolanza e ricomposizione di elementi basilari di culture tradizionali dell’Italia del sud e del Mediterraneo che hanno come matrice la circolarità, la ripetizione, la dilatazione dei tempi in funzione della festa e della danza, la ricerca della spirale magica che avvolge insieme musicisti e danzatori.
Mescla ha spaziato in questi anni dalla ricerca sul campo delle musiche tradizionali, alla composizione di musiche originali per teatro, cinema e circo.

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/// All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’asilo.