Balena, il Quinto Stato dei lavoratori invisibili

di Luca Rossomando

Su Repubblica http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/03/11/balena-il-quinto-stato-dei-lavoratori.html

DA ALCUNI giorni il collettivo La Balena ha occupato il terzo piano dell’edificio del Forum delle Culture, nei pressi di via Tribunali. Un edificio, peraltro, desolatamente vuoto, tanto nella gestione Iervolino, che l’ha inaugurato, quanto in quella de Magistris. Gli occupanti si definiscono “lavoratori dell’immateriale”, una formula che include attori, musicisti e performer, ma anche lavoratori dell’editoria e della comunicazione. La loro azione ha dato luogo a prevedibili reazioni da parte dei politici – dalle parole concilianti del sindaco alla richiesta di sgombero degli esponenti della destra – ma soprattutto ha avuto il merito di scuotere l’ambiente della produzione artistica e culturale cittadina. Nei mesi scorsi, infatti, erano sorti altri centri di dibattito sulle politiche culturali, forse con caratteri più negoziatori e con richieste di inclusione più esplicite, ma l’iniziativa della Balena ha obbligato questi gruppi a emergere, rendendo pubblica una discussione finora confinata nel recinto degli addetti ai lavori. La Balena – dicono i suoi portavoce – non può ignorare che negli anni trascorsi la maggior parte degli artisti, degli intellettuali, degli operatori culturali della città ha lasciato mano libera alle scelte della politica in cambio di uno spazio, piccolo o grande, di agibilità. In molti hanno messo da parte le proprie responsabilità di cittadini per inseguire un tornaconto personale.

Al contrario, la Balena non cerca di legittimarsi verso le istituzioni. Non chiede finanziamenti, né si propone per gestire alcunché. Anzi, ritiene ormai improponibile, in tutti i settori, la solita richiesta di assistenza al pubblico. Chiede trasparenza nell’utilizzo delle risorse. Chiede che nelle scelte di politica culturale venga premiato il talento, la qualità delle proposte. Ma non avanza candidature. «Il nostro interlocutore – dicono dal collettivo – è l’intera città. In questi giorni siamo diventati qualcosa di più ampio, che comprende anche tanti singoli cittadini. Non siamo un organo di gestione ma di coordinamento. Non ci daremo una forma legale definita. Non firmeremo protocolli d’intesa. E non vogliamo ripercorrere le solite strade: non saremo un contenitore delle vertenze sociali aperte in città». Il nostro orizzonte, dicono quelli della Balena, è più ampio. In Italia il lavoro immateriale costituisce un terzo della forza-lavoro, ma non beneficia di alcuna regolamentazione. Questo favorisce solo discrezionalità e sfruttamento. In diversi luoghi, in questo momento, esistono pensieri e azioni che si intrecciano intorno a questo tema. Non a caso, nelle sale del Forum sono intervenuti la settimana scorsa rappresentanti del Teatro Valle occupato di Roma e di altre esperienze simili nate in tempi recenti a Milano, a Catania, a Venezia. C’è chi ha chiamato quest’amalgama ancora indefinito una sorta di Quinto Stato dei lavoratori invisibili. I membri della Balena si sentono parte di questo movimento, la loro azione si inserisce in un contesto nazionale. Alla Balena viene contestata, tra le altre cose, una certa indeterminatezza nelle proposte, un rifiuto a entrare nel merito di certe questioni, a cominciare proprio dal Forum delle Culture che si svolgerà nel 2013. In questo modo, l’insistenza su posizioni di principio, per rendere esplicita la distanza dal potere politico, rischia di produrre l’effetto opposto.

Alcuni, infatti, hanno giudicato l’occupazione del Forum delle culture funzionale ai propositi della giunta de Magistris. Le differenze, in realtà, sembrano tante, e sostanziali. Pur non entrando nel merito dei grandi eventi, la critica della Balena è stata esplicita, con la richiesta di investire i soldi per la cultura in più zone della città, attraverso progetti di largo respiro capaci di consolidarsi negli anni. Le politiche culturali hanno bisogno di continuità, dicono, i destinatari devono essere i cittadini non i visitatori di un giorno. Una posizione ben diversa dai discorsi del sindaco sui benefici effetti per l’immagine e per il turismo che si attendono dal Forum o dalla Coppa America. Allo stesso modo, con il passaggio all’azione, senza mediazioni, il collettivo sembra lontanissimo dalle campagne sulla legalità dell’assessore Narducci, ma anche dalle idee di coinvolgimento formale dell’assessore alla partecipazione Lucarelli, che non sembrano tenere il passo con l’ impazienza e l’imprevedibilità delle istanze che si formano nella società. L’occupazione del Forum era stata programmata per durare solo tre giorni. Si protrae invece da più di una settimana, e la Balena sembra organizzarsi esplicitamente per una prospettiva di lungo periodo.

Nei prossimi giorni ha annunciato la presentazione del suo progetto e di un appello alla città. È ancora presto per dire che cosa ne verrà fuori, ma è evidente che il passaggio da un’azione simbolica a un progetto di permanenza all’interno di una sede di tale rilevanza, dovrà costringere il sindaco e la giunta a reagire con atti pubblici e con maggiore concretezza. Questo ci aiuterà a capire, forse, che tipo di politiche (culturali e no) ci aspettano nei tempi a venire, al di là delle belle parole che non costano niente e non vincolano nessuno.