sabato 3 novembre ore 21,00
Ex Asilo Filangieri / La Balena || teatro ||

A FRONTE ALTA
Un sogno del mille novecento cinquantasei
di e con Antonello Cossia

In collaborazione con
Raffaele di Florio, Riccardo Veno, Stefania Virguti, Francesco Albano


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Ho scritto questo testo procedendo per accumulo di suggestioni, ricordi personali, resoconti di persone a me care. In un secondo momento si è delineata una forma più definita, si è chiarito dentro di me il senso di tale tensione e l’obiettivo che intendevo raggiungere. Ho cominciato una ricerca che man mano si espandeva e di cui rischiavo di perdere il controllo, sembrava ad un dato momento che tutto fosse accaduto in un solo anno dalla fine della II guerra mondiale in poi, il mille novecento cinquantasei.

Era periodo di blocchi mondiali contrapposti, di braccianti che affrontavano dure lotte per la propria autodeterminazione, di uomini che per guadagnarsi da vivere scendevano nel ventre delle montagne a metri e metri di profondità, di uomini che ricostruivano case distrutte dalla guerra, di uomini che sfidavano altri uomini con le mani coperte da guantoni per cercare di trasformare la propria condizione. Non si rifugiavano nei sogni, li inseguivano, se ne appropriavano, li rendevano spesso realtà.

E’ grazie a ciò che il paese si è trasformato, uscendo, almeno in apparenza dal disastro della seconda guerra. Uomini che probabilmente in maniera inconsapevole, davano corpo ad un’idea di utopia come qualcosa che non si è ancora realizzata, piuttosto che come qualcosa che non si realizzerà mai. Una cosa di cui fortemente si sente la mancanza. In questi tempi di Età della Grande Paura, una passione, un sogno, un ideale sono concetti pressappoco inesistenti, se non inquadrati nell’ottica e nel riconoscimento di un successo o una popolarità televisiva che dà diritto all’esistenza in questa nostra società. L’opera quotidiana, sconosciuta, di persone normali e semplici contrastava con i grandi propositi politici, che hanno generato, come si è poi visto, corruzione e clientelismo, male atavico del nostro paese.
Mi è sembrato giusto riproporre in questa stagione 201213 uno spettacolo che mi appare in linea con i duri tempi che viviamo.

Attraverso questo contributo artistico è mia ferma volontà sostenere luoghi come l’ex Asilo Filangieri – La Balena, in cui il pensiero delle persone che vi agiscono, non abbassa la testa nei confronti delle avversità, ingaggiando anzi con il sistema un corpo a corpo, in cui è fondamentale non soccombere fino all’ultimo suono di gong, come il pugile ostinato protagonista di questo testo:
“… un solo incontro lo aveva infastidito, preoccupato. Un solo sfidante non finì al tappeto. Un solo, ostinato, generoso combattente terminò l’incontro non cadendo. Uno solo quando suonò l’ultima e definitiva campana, aveva la fronte alta nei confronti del vincitore. Uno solo era pronto a combattere ancora. Ventisei anni, cinquantasette chili, centosessantacinque centimetri. Peso piuma, combattente indomabile.”

Antonello Cossia

l’ingresso è libero, la sottoscrizione gradita.

All’Ex Asilo Filangieri i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. E’ gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere delle spese minime e a dotare gli spazi dell’Ex Asilo Filangieri dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale per produrre arte e cultura.

L’Ex Asilo Filangieri si trova in vico Giuseppe Maffei 4 (via San Gregorio Armeno) Napoli
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