Durante questi ultimi due mesi abbiamo provato ad immaginare come dovrebbero essere delle politiche culturali volte davvero al recupero di tutto il comparto culturale senza escludere nessun*. Insieme con Intermittenti Spettacolari e il Coordinamento Arte e Spettacolo Campania abbiamo stilato un Appello per una Nuova Stagione di Politiche Culturali.

L’appello è aperto alla diffusione e all’adesione di altre realtà collettive. Per sottoscrivere scrivici a: info@exasilofilangieri.it . Qui trovi anche la versione scaricabile e stampabile in PDF

APPELLO
PER UNA NUOVA STAGIONE DI POLITICHE CULTURALI

 

“Un giorno torneremo su questo argomento, e potremo allora dimostrare con abbondanza di prove in che modo, nel mondo animale e umano, la legge del mutuo appoggio sia la legge del progresso, e come la solidarietà, insieme al coraggio e all’iniziativa individuale che ne derivano, assicuri la vittoria della specie che sa meglio metterla in pratica.”
(P. A. Kropotkin)

È noto che il comparto culturale tutto ha sofferto enormemente della crisi che l’intero paese sta attraversando. La cultura continua a non ricevere risposte reali per la sua ripartenza che prevedano non solo un supporto temporaneo, ma che agiscano in modo strutturale nella sua riorganizzazione. A partire dalla gestione dei fondi ordinari nazionali ed europei e con lo sguardo al “presente prossimo”, cioè alla gestione del recovery fund, si deve necessariamente considerare la cultura oltre la mera logica dell’intrattenimento, finalmente in una prospettiva politica e strutturale necessaria, richiesta ormai da tanti anni.
Questo è il momento più adatto per :

  • creare vere e proprie azioni ‘infrastrutturali’, mutualistiche e cooperanti, in grado di fare sistema e sostenere l’intero tessuto senza escludere nessuno/a;
  • congiungere la vitalità e l’unicità delle sperimentazioni di politica culturale ‘dal basso’, prodotte in questi anni in diverse città Italiane, con quelle europee e con i relativi programmi di finanziamento al fine di favorire processi sinergici di medio e lungo termine e attivare ricadute più strutturate e durature che vadano oltre la temporaneità delle esperienze di governo locali e le reiterate dinamiche dello ‘spoil system’.

Nell’intento generale di rinforzare le fondamenta di un settore che da decenni vede tagliati gli investimenti pubblici ed è lasciato sempre più in balìa del mercato, vogliamo qui sottolineare alcuni aspetti che ci sembra siano assolutamente da non trascurare e che riguardano: in primo luogo i/le giovani, cioè coloro a cui l’accesso alla proposta culturale deve essere agevolato in maggior misura; in secondo luogo i piccoli spazi performativi indipendenti, i luoghi dove la formazione, la sperimentazione libera e le prime rappresentazioni pubbliche devono essere incentivate anche, e soprattutto, attraverso politiche di sostegno multilivello da parte degli enti locali, nazionali, pubblici e privati. Infine si pone l’accento sulla necessaria istituzione di strumenti che premino la cooperazione ed il mutuo soccorso tra i diversi agenti operanti sul territorio, in maniera tale da favorire lo scambio di competenze ed il reciproco sostegno.


1) Credito di Cultura per le persone giovani: eludendo la narrazione che valuta i danni causati dalla pandemia soltanto da un punto di vista economico, non può non considerarsi il dramma sociale vissuto dalle persone giovani, colpite nel momento in cui maggiormente sono portati ad espandere le relazioni sociali, al di fuori del nucleo familiare. La chiusura di Scuole, Cinema, Teatri, Discoteche e Sale da Concerto oltre che l’economia del settore colpisce al cuore la socialità delle ragazze e dei ragazzi, per questo motivo sembra giusto destinare ai/lle più giovani un incentivo speciale per fruire la cultura in maniera collettiva: una carta di credito specifica per consentire alle persone dai 15 ai 29 anni di poter acquistare biglietti per 2 concerti, 2 spettacoli e 2 film al cinema in un mese, fino ad un tetto massimo prestabilito; biglietti super ridotti (minimi) o pagati per intero dallo Stato in modo da non far gravare questa proposta sui teatri/locali/cinema né sulle compagnie/gruppi e incentivando così il coinvolgimento di un nuovo segmento di pubblico.


2) Sostegno per i “locali”, per i piccoli spazi performativi e per le professionalità emergenti mediante politiche di agevolazione fiscale e sgravio da oneri specifici, sul modello del Live Act inglese.
Si tratta di quei luoghi in cui nascono le avanguardie e dove si formano “le operatrici e gli operatori culturali”, “le artiste e gli artisti” e non solo, di domani.
Troppo spesso non si dà peso all’importanza dei/lle giovani e giovanissimi/e che cominciano a lavorare nell’ambito delle arti performative con ruoli tecnici ed organizzativi, e troppo spesso lo fanno in nero.
Trascurare questo aspetto significa perpetuare la situazione odierna: abbandonare le nuove lavoratrici e i nuovi lavoratori della cultura e i gruppi emergenti ad un mercato predatorio, che li costringe al lavoro sommerso e alla gavetta sottopagata, e che ad oggi costituisce la quotidianità del lavoro nel comparto culturale che, storicamente, si forma nei cosiddetti “locali”.
Ebbene a questi locali bisogna necessariamente andare incontro per tutelare e rafforzare TUTTE le figure professionali che ci lavorano (musicisti e musiciste, attrici e attori, danzatrici e danzatori, tecnici e tecniche luci e del suono ma anche fotografi/e, grafici/he, piccoli/e promoter et alia).
In Italia operano lavoratori e lavoratrici del comparto creativo e maestranze di primissimo livello che lavorano in condizioni degradanti, mentre un tale patrimonio deve inderogabilmente essere oggetto di una vasta operazione di supporto da parte dello stato e degli enti locali per lasciare emergere e consolidare tali professionalità attraverso azioni tipo:

  • finanziamento delle stagioni per gli spazi sotto i 200 posti (piccoli teatri/sale concerto/locali/live club) e finanziamento delle residenze per le artiste e gli artisti tutte/i.
  • messa a disposizione degli spazi pubblici in disuso e/o confiscati alle mafie per le prove di compagnie e gruppi sul modello dell’uso civico dei beni comuni (es. ex Asilo Filangieri)

3) Sostegno alla creazione di un sistema integrato e cooperante per tutto il comparto produttivo artistico, culturale e spettacolare attraverso la creazione di:

  • presidi di soccorso locali (es. uffici pubblici in connessione con fondazioni ed altri enti di soccorso) ossia luoghi deputati a fornire informazioni e accompagnamento agli operatori e le operatrici del settore attorno a questioni fiscali, contrattuali e opportunità di internazionalizzazione a sostegno del tessuto artistico che continua ad essere profondamente vitale, ma sempre più abbandonato alla precarietà e alla povertà;
  • forme di finanziamento ad hoc che favoriscano la creazione di partenariati e network cooperativi tra gli attori culturali presenti sul territorio (locali e nazionali) al fine di attivare processi di peer-exchange (scambio tra pari) e di delineare una mappatura relazionale dei soggetti produttivi (piccoli e grandi, indipendenti e riconosciuti) non statica né fine a se stessa ma operativa, interconnessa e pronta ad interagire con le opportunità che si presenteranno nei prossimi anni. Favorire, quindi, lo scambio di competenze e il reciproco sostegno (le strutture più grandi che sostengono le più piccole, i gruppi emergenti che rivitalizzano i più strutturati) e progettualità dove la collaborazione e l’interdipendenza siano anche pratica creativa, capace di costruire laboratori popolari e intrecci di competenze interdisciplinari;
  • spazi di confronto tra chi disegna le politiche culturali e chi ne usufruisce che vadano oltre la logica della formale consultazione e che si pongano come obiettivo di individuare programmi di finanziamento che aderiscano, in maniera più organica e dinamica, alle reali necessità dei diversi comparti dell’ecosistema culturale, artistico e creativo locale e nazionale. Possiamo riferirci anche a pratiche già ampiamente sperimentate sul punto negli ultimi anni: percorsi di co-progettazione partecipata, gestione diretta di spazi culturali a uso civico e collettivo, osservatori e consulte, come nuovi organi consultivi partecipati, che coinvolgano direttamente al loro interno lavoratori, lavoratrici, operatori ed operatrici del settore, abitanti che animano i percorsi dal basso.
    Questo approccio ha l’obiettivo di ottimizzare la spesa e affrontare in una prospettiva di sviluppo e di gestione sostenibile il cambiamento necessario, indispensabile e inderogabile.

Intermittenti Spettacolari
l’Asilo (ex Asilo Filangieri)
Coordinamento Arte Spettacolo Campania