laboratorio con Mattaccino
Il clown è dentro di noi

dal 13 al 17 giugno 2016
ore 10:30 – 19:30 | l’asilo

“Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco,
che in un anno di conversazione.”
[Platone]

Ridere suscita in noi una sensazione di estremo benessere ed è gratificante riuscire a suscitare la stessa sensazione anche in quanti ci circondano. La prima immagine che associamo al ridere o a qualcuno che ci fa ridere è certamente quella del comico, del pagliaccio o clown, che dir si voglia, burlone con i suoi gesti maldestri, il suo fare da impunito e l’aria da bimbo innocente che ride delle sue stesse marachelle. Eh sì, da bimbi siamo stati tutti, spontaneamente, un po’ clown; sia quelli di noi più estroversi e sicuri di sé che amavano trovarsi al centro dell’attenzione con i loro piccoli show, che i più timidini desiderosi anch’essi della loro dose di attenzione; e qual mezzo migliore della risata?
E’ facile suscitare la risata per un bimbo la cui spontaneità non è ancora limitata, inibita dal concetto di “socialmente adeguato”: il bimbo non sta lì a chiedersi se il suo mostrarsi impedito o ridicolo sia qualcosa di cui vergognarsi, non pensa al “pare brutto” oppure “che brutta figura”, anzi, istintivamente sa che quei gesti, quei movimenti, quelle parole farfugliate finiranno inevitabilmente in una risata, diremmo oggi da adulti consapevoli, liberatoria.
Crescendo, le convenzioni sociali ci inducono a soffocare, a nascondere nel posto più invisibile del nostro io questa parte di noi, e quando di tanto in tanto riaffiora e fa capolino, non esitano ad apostrofarci con tono di sdegno con un “ma smettila di fare il pagliaccio, sii serio” riportandoci alla realtà, dimentichi del fatto che la realtà può talvolta risultarci più sopportabile se alleggerita da una sana risata.
Il lavoro va inteso quindi, quasi come un processo di disinibizione, cioè andare a cercare quella parte di noi che appunto abbiamo represso.
Non dobbiamo imparare ad essere “clown”, cioè non dobbiamo interpretare questo o quel tipo di clown, ma semplicemente riscoprire il “proprio” clown, che è già dentro ognuno di noi! Bisogna solo tirarlo fuori…

Di fronte al grigiore dilagante dei tempi, sempre più “moderni” ridere e far ridere non può che far bene!

IL LABORATORIO

Il laboratorio sarà strutturato in due parti.

parte 1
Durante il laboratorio andremo a “risvegliare” appunto il clown che è già dentro ognuno di noi.
Nella parte iniziale esploreremo gli elementi tipici del lavoro teatrale: la consapevolezza dello spazio scenico, l’impostazione del ritmo e dei “tempi”, la padronanza dei movimenti, gesti e azioni, individuando ognuno i propri limiti corporei per trasformarli in risorsa subito sperimentabile attraverso l’interazione con uno o più partner. Una parte del lavoro sarà quella del gioco puro, attraverso esercizi rivolti a “svegliare” il clown assopito dentro di noi.

parte 2
Dedicheremo una parte del lavoro all’introduzione (che potremmo chiamare “iniziazione al clown”) che comprende una serie di esercizi preparatori alla consapevolezza del clown, come il capire la differenza tra il personaggio comico e il clown. Infine dedicheremo un’altra parte del lavoro all’improvvisazione di sketch clowneschi sia individuali che in coppia e, tempo permettendo, anche in gruppo.

COME PARTECIPARE

Il laboratorio è rivolto sia a chi in qualche modo usa la clowneria come forma di spettacolo, sia a chi semplicemente vuole mettersi in gioco.
Ai partecipanti è richiesta una quota di complicità che serve a coprire le spese artistiche, a sostenere il progetto e a dotare lo spazio dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti l’autogoverno dell’Asilo.
Il contributo non è vincolante ai fini della partecipazione.
Per partecipare inviare un’email a laboratori@exasilofilangieri.it, con oggetto MATTACCINO, indicando nome, cognome, mail e recapiti telefonici.

BIO
Salvatore Di Foggia, in arte “Mattaccino”
Inizia la sua attività nel campo dello spettacolo alla fine degli anni ‘80, a seguito di un’esperienza di teatro di strada, nata dall’incontro con Angelo, Tina e Giovanni (teatro regresso). Da allora, prima in gruppo poi da solo, inizia l’attività di artista di strada girovago. Di formazione autodidatta, muove i primi passi nella commedia dell’arte, prima come “spalla” a pulcinella, poi interpretando lui stesso la maschera partenopea. Nel 1996 alla convention europea di giocoleria scopre quelle che vengono definite arti circensi. Negli anni a seguire nei periodi invernali frequenta l’accademia del circo di Cesenatico. Ha partecipato a quasi tutti i festival e le rassegne più importanti in Italia di arte di strada e a tutte le convention nazionali di giocoleria.
Stage di formazione a cui a preso parte, alcuni dei quali molto intensivi:
Bianca Francioni: mimo ed espressione corporea
Renato Curcio: mimo nell’arte di strada
Carlo Boso: commedia dell’arte
Pierre Bilan: progetto clandestino clown
Sandro Rossetti: clownerie
Yves Le Breton: l’A B C del mimo
Eric De Bont: clown musicista
Jean Mening: dall’attore al clown
Antonio Giarola: comunicazione dell’attore nel circo
Raffaele De Rittis: formazione dell’attore comico nel circo
vari: scuola di formazione circense, cannes / accademia del circo, cesenatico

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