SABATO 18 APRILE h 21 L’ASILO

repetita iuvant

concerto dedicato a Steve Reich

Evento del 3° ciclo di disseminAzioni dedicato alla figura del compositore americano padre del minimalismo, dai primi brani elettronici alla musica strumentale fino ai remix dei Dj di tutto il mondo.
Il concerto sarà affiancato da proiezioni e presentazioni curate da Sergio Naddei, con l’intento di introdurre al mondo musicale e concettuale di Steve Reich, nello spirito dell’interrogarsi su connessioni tra musica, filosofia e politica promosso dalla rassegna.

Programma

Pendulum music
It’s gonna rain
My name is
Clapping music

Two pages (for Steve Reich) di Philip Glass

Electric Counterpoint

City Life (Open Circuit, Dj Spooky 7′)

Sergio Naddei – chitarra ed elettronica
Ciro Longobardi – tastiere
NISE – installazioni elettroacustiche

qui c’è tutto il programma della rassegna DisseminAzioni e le informazioni relative ai singoli incontri:
http://www.exasilofilangieri.it/disseminazioni-3/

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STEVE REICH è un musicista statunitense (n. New York 1936) di famiglia ebrea. È considerato uno dei compositori di maggiore spicco del panorama musicale statunitense. La sua musica, più che affidata all’alea e all’improvvisazione, è caratterizzata da un costante interesse per l’elemento ritmico, spesso continuo e ininterrotto. Fra i maggiori rappresentanti del minimalismo musicale, nel corso degli anni la sua ricerca si è aperta a uno sperimentalismo colto e in continua evoluzione, andando a esplorare le più diverse tradizioni musicali, da quella africana alla cantilazione ebraica, con costante attenzione per le tecniche compositive e esecutive. Praemium Imperiale per la musica nel 2006, nel 2014 è stato insignito del Leone d’oro alla carriera della Biennale Musica di Venezia.
VITA E OPERE.
Cresciuto tra la California e New York, laureatosi in filosofia alla Cornell University (1957), ha studiato composizione alla Juilliard School (1958-61) e al Mills College di Oakland (1962-63) con L. Berio e D. Milhaud. Nel corso di questi anni, durante i quali ha avuto contatti con esperienze musicali diverse, dal jazz modale di J. Coltrane alla musica di I. Stravinskij e B. Bartok, R. ha preso gradualmente le distanze dalle avanguardie dell’epoca per divenire uno dei maggiori rappresentanti del minimalismo musicale (anche se la definizione è da limitarsi ai lavori del primo periodo), nella convinzione che tra procedimenti compositivi e risultato musicale debba sussistere un nesso udibile. Nel 1966 ha fondato il gruppo Steve Reich and musicians. Partendo da materiali sonori tratti dall’ambiente circostante, ha avviato ricerche sugli sfasamenti ritmici che si verificano quando un medesimo frammento viene eseguito a velocità leggermente diverse (su nastro magnetico in It’s gonna rain, 1965; da strumentisti in Piano phase e Violin phase, 1967, ma anche Clapping music, 1972, per solo battito di mani), procedimenti, questi, che sono rimasti uno degli elementi costanti e caratteristici del lavoro di Reich. Negli anni Settanta ha approfondito diverse tradizioni musicali, alla ricerca delle strutture, soprattutto ritmiche, alla base per es. delle percussioni africane (Drumming, 1971) e della musica balinese (Music for mallet instruments, voices and organ, 1973; Music for eighteen musicians, 1974-76). Si è interessato inoltre ai procedimenti compositivi barocchi, rinascimentali e soprattutto medievali (Four organs, 1970). Intorno agli anni Ottanta R. ha composto alcuni lavori per grande orchestra (Variations for winds, strings and keyboards, 1979; Three movements, 1986; The four sections, 1987) e ha approfondito il rapporto con la parola (ha studiato la tōrāh e la cantillazione: Tehillīm, 1981, su testi dei Salmi; The desert music, 1984, su poesie di W. C. Williams). A partire da Different trains (1988), ha affrontato progetti drammaturgici più impegnativi con l’opera multimediale The cave (1990-92), realizzata con la moglie B. Korot, artista visuale, con City life/”>life (1996) e con il progetto Three tales, sempre in collaborazione con Korot (alla prima parte Hindenburg, 1997, hanno fatto seguito Bikini e Dolly), conclusosi nel 2002. Del 2006 è la composizione Daniel variations, scritta in memoria del reporter Daniel Pearl assassinato in Pakistan nel 2002. Del 2007 è Double sextet, scritta per quattro voci ed ensamble, con cui nel 2009 si è aggiudicato il premio Pulitzer per la musica; della sua produzione successiva vanno citati gli album WTC 9/11 (2011), omaggio all’11 settembre, Radio rewrite (2012) e Quartet (2013). Nel 2014 il musicista statunitense è stato insignito del Leone d’oro alla carriera della Biennale Musica di Venezia. [enciclopedia Treccani]

CIRO LONGOBARDI. Finalista e miglior pianista presso il Consorso Gaudeamus Interpreters 1994 di Rotterdam, Kranichsteiner Musikpreis nell’ambito dei 37° Ferienkurse di Darmstadt nello stesso anno, ha suonato per il Festival Traiettorie di Parma, Festival Milano Musica, Ravenna Festival, Rai Nuova Musica Torino, Festival Internazionale Angelica di Bologna, Biennale di Venezia, Saarländischer Rundfunk Saarbrücken, Ferienkurse Darmstadt, Festival Synthése Bourges, Fondazione Gaudeamus Amsterdam, ZKM Karlsruhe, Unerhoerte Musik Berlino, Guggenheim Museum New York, Festival di Salisburgo.
Ha registrato per Stradivarius, Limen, Mode, RaiTrade, Tactus. Tra i premi ricevuti, un Coup de Coeur de Radio France (settembre 2011), un Premio Speciale della critica per il miglior CD italiano del 2011 nella categoria classica/strumentale, un CD del mese (ottobre 2012) e un Premio del Disco della rivista Amadeus (agosto 2013).
Attivo nell’ambito della libera improvvisazione, ha collaborato con Alvin Curran, Michel Godard, Marc Ribot, Stefano Scodanibbio, Markus Stockhausen, Vinko Globokar, Evan Parker e con molti tra i migliori musicisti di area partenopea ed italiana. Insieme a Michele Rabbia e Daniele Roccato ha recentemente fondato un trio dedito alla creatività estemporanea. E’ membro fondatore del collettivo Dissonanzen di Napoli e pianista dell’omonimo Ensemble. E’ inoltre pianista dell’Ensemble Prometeo di Parma e dell’Ensemble Algoritmo di Roma.
Appassionato divulgatore del repertorio contemporaneo, ha tenuto conferenze-concerto e masterclass per i Conservatori di Rotterdam, Ghent, Bruxelles (Koninklijk Konservatorium), Alicante, per la Hochschule di Basilea, per la University of Chicago, per la Manhattan School of Music di New York e per i conservatori di stato italiani.
E’ docente presso il Conservatorio “G. Martucci” di Salerno e presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, dove tiene l’insegnamento di pianoforte nell’ambito del Master of Advanced Studies in Contemporary Music Performance.
http://www.cirolongobardi.com/

SERGIO NADDEI è nato a Napoli nel 1981, si è diplomato in Chitarra con Ciro Gentile (Conservatorio di Salerno) e in Musica Elettronica con Agostino di Scipio (Conservatorio di Napoli), ha inoltre studiato composizione con Giancarlo Turaccio (Conservatorio di Napoli). Ha partecipato a seminari di composizione con Fabio Vacchi, Alessandro Solbiati e Salvatore Sciarrino. Sue composizioni sono state eseguite in numerosi festival in tutta Italia, Spagna e a New York. Attualmente è impegnato nel progetto solistico “Al(l)one” del quale è ideatore, autore e performer, Vive tra Barcellona e Napoli.
www.sergionaddei.com

Il NISE (Noncollettivo Infrasuoni Sabotatori Elettroacustici), tanto quanto il Tavolo Infrasuoni da cui prende forma, non ha un numero stabilito di componenti, i quali però condividono esplorazione, produzione e diffusione di nuove sonorità, con l’obiettivo di scardinare qualunque preconcetto uditivo in coloro che attraversano lo spazio dell’Asilo. Ogni struttura è prettamente casuale.

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All’Asilo i concerti, gli spettacoli, le proiezioni, gli incontri sono ad ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.