W.
3 atti pubblici
Roma – Short Theatre 7 / La Pelanda
ingresso gratuito

venerdì 14 e sabato 15 settembre 2012

17.00 Where
21,30 When
24,00 Who

concept Daniela Nicolò, Enrico Casagrande, Silvia Calderoni 

regia Daniela Nicolò & Enrico Casagrande

partecipano Enrico Casagrande, Silvia Calderoni, Marco Baravalle, Chiara Colasurdo, Ciro Colonna, Giorgina Pilozzi, Camilla Pin, Laura Pizzirani
in collaborazione con Angelo Mai Altrove Roma,  Ex-Asilo Filangieri-La Balena Napoli, Macao, Nuovo Cinema Palazzo Roma, Sale Docks Venezia, Teatro Valle Occupato Roma
suono Massimiliano Rassu 
video Aqua-Micans Group
produzione Motus / Making the Plot 2011<2068 con Centrale Fies-Dro

Tenere gli occhi aperti e reagire ai fatti come lupi nella foresta, veloci, senza lasciare tracce, avventurarsi soli, fuori dal branco, o muoversi in gruppo come corpo solo… Costruire rifugi, spazi-altri da cui osservare e, nell’imprevedibile, congegnare nuovi approdi, per re-situare l’oggi e immaginare fosforescenti Domani.
 Nel viaggio verso “animale politico” (debutto previsto nel maggio 2013) Motus apre un fronte allargato e visionario di osservazione, per “collezionare” immaginifiche proiezioni del “Domani che fa tutti tremare”, saettando nell’intricato panorama di scrittori, filosofi, artisti, attivisti, fumettisti e architetti che hanno immaginato (e provano ancora a immaginare) il Futuro Prossimo Venturo. Dalle visioni storiche e cyberpunk, a paesaggi del tutto ipotetici descritti dai vari collaboratori-ospiti del progetto.

Il futuro, inutile dirlo, è un posto pericoloso da frequentare, fittamente minato e con la tendenza ad azzannarti i polpacci a tradimento mentre ti ci inoltri.
James Graham Ballard, Tutti i racconti 1956-1962, Fanucci Editore, Roma, 2003.
Si tratta di un excursus che abbiamo sottotitolato in Incontri con uomini, donne e romanzi straordinari, articolato in diverse azioni performative elaboratori-residenze (Mucchio Misto Workshop) in varie città europee e nordamericane.
E’ verso dove “c’è qualcosa che rompe l’ordine”, che anela al cambiamento, che abbiamo deciso di spostarci con questa ulteriore avventura teatrale, inaugurata dal confronto con lo sguardo di una artista e attivista anarchica come Judith Malina, ostinata  pacifista che tanto ha visto e vissuto.  Con “The plot is the revolution” (luglio 2011) abbiamo scavato nella sua biografia, quasi in forma di intervista, per riflettere sui fatti e le trasformazioni del qui e ora di riflesso al vento di rivolta che, NOW, sta attraversando tutto il pianeta.

W. è iI secondo movimento, da inscrivere nel progetto Making the Plot: la parola inglese plot significa carta, mappa, diagramma e anche trama, sintesi del contenuto di un testo o di uno spettacolo… ma è anche strategia, complotto, attività volta al conseguimento di un qualche fine. W. è nato per il Festival di Dro, nel Luglio 2012, come evoluzione della performance presentata a termine della residenza a Les Subsistances di Lione dell’aprile 2012 nell’ambito del “ Projet ça tremble !” … E si è complicato fratturandosi in tre diversi momenti della stessa giornata: Where, When e Who.
I tre avverbi/titoli non sono seguiti dal question mark, restano sospese evocazioni di tempi, spazi e individualità. Sono 3 Atti-esperimenti scaturiti da un’unica irrequietezza: qual è la prefigurazione futura che più ci intimorisce?
Le risposte emerse sono tante, ma tutte con un fulcro comune: il controllo, la riduzione materiale o surrettizia della libertà (politica e artistica). Da questa riflessione sul “controllo dei corpi”- e sulle strategie di elusione – trae impulso il percorso futuro verso “animale politico”.

I)  Where: un Atto-assemblea edificato da testimonianze e slanci utopici di una moltitudine di artisti/attivisti/amici che stanno facendo rete nel mutamento e tentano l’invenzione di un nuovo lessico. Alcuni sono attori, altri curatori… tutti hanno oltrepassato la linea decidendo di dedicarsi a tempo pieno a nuovi luoghi interstiziali dentro le città: spazi “liberati” o “diversamente gestiti” con cui dialoghiamo da tempo: eterotopie danzanti. Proviamo a “mettere in scena” il dialogo con chi sta trasformando questi luoghi, che ci hanno più volte ospitato, per aprire una finestra sul processo fragile, ma ostinato, in atto in tutto il territorio italiano, che vede il proliferare di nuove forme rizomatiche di auto-organizzazione: tentativi di fuoriuscita dalle solite dinamiche conservative della cultura. In un certo senso questo è per noi un successivo “Incontro con uomini e donne straordinari”, dopo “The Plot is the revolution” con Judith Malina del 2011… E’ il propagarsi dell’esplorazione con le persone che hanno fatto scelte radicali di impegno, che hanno deciso di “fare della propria vita un’opera d’arte”, di riproblematizzare in permanenza la propria esistenza per farne terreno di sperimentazione e conflitto.

II) When: un Atto-solitario, un serrato contraddittorio fra regista e attrice sulla libertà scenica, sulla dicotomia tra interno ed esterno, movimento e controllo, inottemperanza e obbedienza, anche di riflesso al controverso proliferare di apparati di sorveglianza, di “digitalizzazione ossessiva” degli spazi pubblici (e privati). Enrico Casagrande, uno dei due registi di Motus, siede di schiena al computer. Apre una pagina bianca, un Nuovo Documento Vuoto, con il tremore e timore che ogni nuovo cominciamento implica… La perdita di controllo sul proprio tempo, sul proprio spazio, sul proprio corpo… sono i prodromi di tanta fantascienza distopica. Abbiamo iniziato una ricerca sugli apparati di sorveglianza, dalle camere di controllo ai sistemi di rilevamento delle intenzioni “criminali” o sospette, trovando migliaia e migliaia di pagine internet di pubblicità su sistemi di sicurezza sempre più avanzati e fantascientifici… Ed è vero: il domani è già qui. Abbiamo deciso di iniziare un esperimento, che qui è ancora un prototipo, ma prelude e preannuncia sviluppi futuri. Un regista e un’attrice sul palco, gli occhi del pubblico e l’ “oscuro scrutare” di una camera di sorveglianza.
Dove. Sono. Io. E Quando? P.K. Dick e Michel Foucault ci stanno indicando la strada.

III)  Who: un Atto-corale notturno, dove performer e spettatori si confondono in una quasi-danza orgonica… Contatto e con-fusione. Tutti possono essere, se lo vogliono: si tratta di prove di mimetismo per eludere le sorveglianze.

Il mio corpo, in effetti, è sempre altrove, è legato a tutti gli altrove del mondo e, in verità, è altrove rispetto al mondo. E’, infatti, intorno a lui che le cose si dispongono, è rispetto a lui – e rispetto a lui come rispetto a un sovrano – che ci sono un sopra, un sotto, un destra, una sinistra, un avanti, un indietro, un vicino, un lontano. Il corpo è il punto zero del mondo; laddove le vie e gli spazi si incrociano, il corpo non è da nessuna parte: è al centro del mondo questo piccolo nucleo utopico a partire dal quale sogno, parlo, procedo, immagino, percepisco le cose al loro posto e anche le nego attraverso il potere infinito delle utopie che immagino. Il mio corpo è come la Città del Sole, non ha luogo ma è da lui che nascono e si irradiano tutti i luoghi possibili, reali e utopici. Michel Foucault, “Le Corps utopique”, Conférence radiophonique sur France-Culture.

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